In queste ore molte criptovalute hanno letteralmente visto precipitare la loro quotazione, e tra queste c’è anche il Ripple il cui valore è precipitato sotto quota 1$, a dispetto di tutte le aspettative che per lui prospettavano invece di un periodo idilliaco.
Il crollo della criptovaluta comunque non è stato il solo, anzi, ultimamente un po’ tutte le monete più in vista hanno subito violenti deprezzamenti: il Bitcoin per esempio è tornato a viaggiare sugli 11.000$, mentre Ethereum ha bruciato il 16% toccando i 1.000$. A registrare le flessioni peggiori però è stato proprio il Ripple, che nelle ultime ore ha perso il 46%.
Il crollo verticale del comparto è stata la diretta conseguenza delle notizie provenienti dalla Cina e dalla Corea del Sud, due paesi chiave per il comparto criptovalute che stanno introducendo una stretta alla circolazione di queste monete digitali. C’è chi vuole vietarle tout court, e chi vuol vietarne solo il trading, ma indipendentemente da come si muoveranno i vari governi nazionali, quel che è certo è che “una parte di mondo” sta dichiarando guerra all’e-currency.
Il motivo per cui Ripple è sceso più di ogni altro rivale è legato, secondo la managing director di Amulet, Marouane Garcon, alla forte speculazione che è stata fatta sulla criptomoneta: “Prima c’è stata la fase degli acquisti, spinta anche dall’auspicata quotazione su Coinbase. Una volta che la piattaforma ha comunicato la propria intenzione di non introdurre più la criptovaluta, è iniziato il ritracciamento”.
Insomma, anche la mancata presenza su Coinbase, che ha prospettato una limitazione alle attività speculative, ha inciso non poco sulla quotazione di Ripple.