La legge di Bilancio licenziata dal Governo prevede diversi incentivi per chi ambisce a diventare imprenditore agricolo. Incentivi che si tramutano in esoneri contributivi e contratti di affiancamento per lo scambio di competenze, e che si prefiggono appunto l’obiettivo di promuovere l’imprenditoria agricola italiana, soprattutto alla luce delle eccellenze che il nostro Paese è in grado di sfornare in questo segmento di mercato.
Una delle misure più interessanti consiste in uno sgravio contributivo che in realtà era già entrato in vigore l’anno scorso, ma che, utile a sapersi, è stato prorogato. La misura fa sì che i giovani under 40 che entro il 2018 si iscrivono alla previdenza agricola, non siano tenuti al versamento dei contributi per ben tre anni. Dopo di che, passati i tre anni, l’esonero si trasforma in uno sconto del 66% per un altro anno e del 50% per un altro anno ancora.
Di conseguenza parliamo di uno sgravio contributivo che di fatto vale la bellezza di cinque anni ma che non può essere cumulato con altri incentivi legati alla contribuzione. L’aspetto interessante è che tutto ciò non compromette affatto il cumulo della pensione, in quanto pur non versando i contributi dovuti, gli imprenditori agricoli maturano comunque la pensione piena.
Per quanto riguarda l’affiancamento, invece, il comma 119 della manovra si concentra appunto sui contratti di affiancamento che riguardano giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Questi soggetti, non titolari del diritto di proprietà e tanto meno di diritti reali di godimento sui terreni agricoli, possono essere affiancati da imprenditori o coltivatori diretti over 65 oppure da persone ormai in pensione.
Il contratto di affiancamento impegna entrambe le parti a rispettare specifici impegni e dura per un massimo di tre anni. Il contratto, inoltre, implica la ripartizione degli utili in una percentuale compresa fra il 30 e il 50% a favore del giovane, ma può anche essere prevista la possibilità di subentro del giovane imprenditore nella gestione aziendale. Al neo imprenditore agricolo va anche garantito il diritto di prelazione, in caso di vendita, relativamente ai sei mesi che seguono alla conclusione del contratto.