Bitcoin, quotazione a picco: pesa la stretta della Corea del Sud

Dopo un periodo a dir poco idilliaco, il prezzo del Bitcoin è crollato di nuovo riportandosi sotto la soglia dei 13.000 dollari. Nelle ultime ore c’è stata una risalita, ma la situazione rimane comunque compromessa con una performance sul mese che, ad oggi, batte quota -10.84%.

A determinare l’ennesima flessione della criptovaluta più importante del momento sono state con ogni probabilità le notizie che giungono dalla Corea del Sud, che stando a quanto riportano i media internazionali potrebbe introdurre un ban sulle operazioni di trading che vedono come protagonista proprio la celebre criptovaluta.

Nonostante la Corea del Sud, insieme al Giappone, sia uno dei Paesi che su scala globale trattano di più il Bitcoin, sembra che proprio dallo stesso governo di Seoul sia in arrivo la misura che affosserà il Bitcoin. Va precisato infatti che non si parla di indiscrezioni, ma di notizie confermate da media autorevoli e più volte rilanciate dal ministro della Giustizia Park Sang-ki.

Tra l’altro va detto che il governo sudcoreano non solo sta per introdurre il ban sul trading di Bitcoin, ma pare abbia intenzione di introdurre una stretta più generale che potrebbe andare ad abbattersi sull’intera normativa che riguarda il settore (nulla ci dice insomma che la stretta non possa finire per riguardare anche le altre criptovalute).

Il ministro Park, a questo proposito, ha detto senza mezzi termini: “Siamo preoccupati della piega che sta assumendo il denaro virtuale. Il governo ha avvertito in merito all’elevata pericolosità delle transazioni, ma il messaggio non è arrivato in modo che ci sembra adeguato”.

Di ulteriori dettagli però non ne sono trafugati, per cui è ancora tutto da vedere in che termini e in quale misura la Corea del Sud deciderà di mettersi contro il Bitcoin. Fatto sta che proprio quest’aria tesa sta contribuendo ad affossare il valore della criptomoneta.

Impostazioni privacy