Manovra, ok dalla Camera: a ore il via libera del Senato

La Camera ha approvato a larga maggioranza la legge di Bilancio. Con 270 voti favorevoli, 172 contrari e 5 astenuti, la manovra finanziaria può ora tornare al Senato dove dovrà ricevere l’ok definitivo. Tra una cosa e l’altra, vale a dire tra arrivo del testo in Commissione Bilancio, riunione della conferenza dei capigruppo e dichiarazioni di voto varie, Palazzo Madama dovrebbe dare il suo ok entro la tarda mattinata di domani. A quel punto la manovra sarà legge a tutti gli effetti.

“La Camera – ha scritto il premier Gentiloni su Twitter – approva una manovra che dà incentivi per l’assunzione di giovani, che sostiene l’innovazione, che anticipa la pensione ad alcune categorie di lavoratori e che mette risorse sui contratti pubblici. E niente nuove tasse! Grazie a deputate e deputati”. Fiero del percorso intrapreso anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: “Il Parlamento migliora la manovra sul sentiero stretto incentivi, risorse, fatturazione elettronica, stop aumento Iva. Questa legge favorirà una crescita inclusiva”.

Per quanto riguarda gli stanziamenti, “il disegno di legge di bilancio 2018-2020 – precisa un comunicato di Palazzo Chigi – attesta il saldo netto da finanziare a circa 45.1 miliardi di euro nel 2018, a circa 25.3 miliardi nel 2019 e a 13.3 miliardi nel 2020”.

Tra le altre novità, oltre a quelle enunciate da Gentiloni, vi sono anche bonus bebè, detrazioni per i figli ed equo compenso. Per quanto riguarda il bonus bebè, rispetto al testo iniziale che rendeva strutturale la misura, l’assegno per i nuovi nati varrà soltanto per il 2018. L’importo rimane a 960 euro e non vale più per tre anni, ma solo per uno. Il bonus, infine, spetta solo a quanti non superano 25mila euro di Isee familiare e si raddoppia nel caso in cui l’Isee sia inferiore ai 7mila euro annui.

Sul fronte detrazioni, invece, sale da 2.840 a 4mila euro la soglia di reddito oltre la quale il figlio deve effettuare una dichiarazione dei redditi a sé e non figurare più fiscalmente a carico del genitore. Tale misura però decorrerà non prima di inizio 2019. Relativamente all’equo compenso, infine, viene confermato e rafforzato per tutte le professioni, vale a dire anche per quelle che non sono regolamentate da un Ordine.

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