Esattamente come preannunciato nelle scorse ore, la manovra al vaglio del Parlamento dovrebbe arricchirsi di un ulteriore elemento di novità: l’innalzamento della soglia di reddito all’interno della quale una persona può essere considerata fiscalmente a carico di un’altra (come il classico esempio figlio-genitore ci ha più volte insegnato).
Tutt’oggi i figli vengono considerati a carico dei genitori se nel corso dell’anno non sono riusciti a produrre un reddito superiore a 2.840 euro, per cui se un ragazzo ha guadagnato, mettiamo il caso, 1.500 euro, allora può essere messo a carico dei suoi genitori, i quali hanno diritto a beneficiare delle agevolazioni del caso; se invece lo stesso ragazzo ha guadagnato durante l’anno una cifra superiore a quella limite, quindi per esempio 3.000 euro, a quel punto non può più essere considerato a carico dei genitori (anche qui, con tutto ciò che ne consegue in termini di mancate agevolazioni).
Tuttavia la legge di Bilancio potrebbe appunto innalzare questo limite e portarlo dagli attuali 2.840 euro a 3.500 euro. In questo modo si amplierebbe la platea di genitori che hanno diritto a uno sconto sulle tasse, ed in particolare di una detrazione pari a 950 euro annui. Se però il limite di reddito potrebbe essere aumentato, sembra non destinato cambiare il discorso legato all’età, per cui l’età massima entro cui i figli potranno risultare a carico dovrebbe continuare a rimanere quella dei 25 anni.
Per quanto l’età non venga toccata e per quanto l’innalzamento del limite di reddito risulti più contenuto rispetto alle volontà iniziali (che parlavano di una soglia pari a 5.000 euro), la novità di prossima introduzione appare comunque piuttosto interessante. E lo è perché va a toccare il bilancio delle famiglie, elemento su cui il governo, su spinta dell’ala centrista, sta spendendo parecchie energie e mettendo a disposizione diverse risorse: tra le altre misure che si affiancheranno a quella sui figli a carico, per esempio, spunta il bonus natalità