San Marino prossimo al crac finanziario: conseguenze per l’Italia

San Marino versa in uno stato di dissesto finanziario dovuto fondamentalmente a un grosso buco di bilancio: quasi 1 miliardo di euro.

Il neo direttore generale della Banca Centrale di San Marino, Raffaele Capuano, si è quindi visto costretto a rassegnare le sue dimissioni. Dimissioni che sono arrivate per “mancanza di certezze giuridiche” dopo la perquisizione che è stata disposta presso la sua abitazione, e che è stata fatta senza la sua presenza e tanto meno senza la sua autorizzazione. Il governo per ora non ha accettato le dimissioni di Capuano, per cui la situazione rimane ancora un po’ incerta.

Quel che è certo, però, è che il buco c’è. I 900 milioni di perdita registrati a fine 2016 sta vedendo costretta la banca a fare rettifiche sugli attivi per più di 500 milioni: di questi, 400 milioni sono crediti appartenenti al gruppo Delta.

I 900 milioni di buco pesano particolarmente se si tiene conto del fatto che il Pil della Repubblica indipendente non arriva neanche al miliardo e mezzo di euro, ed è anche per questo che ci si chiede se da questa crisi finiranno col rimetterci anche lavoratori e pensionati. Il governo locale, per tamponare la situazione, sta pensando di ripianare i debiti di Asset e Cassa da qui a 30 anni, e nel contempo punta ad offrire ai depositanti dei bond di Stato (il cui valore, trattandosi di bond non negoziabili, rimarrebbe comunque incerto).

Simone Celli, segretario di Stato alle Finanze, ha quindi rassicurato: “La situazione è sotto controllo. Non ci sono affatto problemi di liquidità presso le banche sammarinesi”. “Il governo – ha aggiunto – si sta impegnando per tutelare depositanti e risparmiatori che da questa storia non perderanno neanche un centesimo”.

Anche per questo Raffaele Capuano dovrebbe continuare a rimanere alla guida dell’istituto, ma se la sua intenzione dovesse essere quella di lasciare, a quel punto “la Banca Centrale si doterà al più presto di un nuovo direttore generale”.

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