Bonus pubblicità: arriva il credito di imposta fino al 90%!

Imprese e professionisti che investono in campagne pubblicitarie su giornali(anche online), emittenti televisive o radio locali che siano – non solo ne beneficeranno dal punto di vista della visibilità, ma otterranno anche un interessante vantaggio economico. Il credito d’imposta per spese di pubblicità è infatti realtà!

Tutto merito del cosiddetto bonus pubblicità contenuto nella Legge di Bilancio 2018, in base al quale ogni investimento pubblicitario effettuato dal 24 giugno 2017 al 31 dicembre 2018 sarà sostenuto da un incentivo fiscale: si parla del 75-90% della somma incrementale rispetto all’anno precedente.

Cosa significa? Molto semplicemente che se nel 2017 sono stati investiti 5000€ in pubblicità, e nel 2018 si prevede di investirne 7000, grazie al bonus pubblicità si potrà ottenere un credito di imposta fino a 1800€ (il 90% dei 2000 euro di differenza, per l’appunto). Allo stesso modo, se si investono 5000€ in pubblicità e l’anno precedente sono stati investiti zero euro, allora i 5000€ figureranno come somma incrementale e saranno calcolati in blocco ai fini del credito di imposta (quindi parliamo di un credito che, se applicata l’aliquota del 90%, sarà di 4500€).

Le percentuali del bonus variano a seconda del soggetto che effettua la spesa, per cui si applica l’aliquota del 75% per imprese di natura giuridica, lavoratori autonomi e professionisti, mentre il 90% vale per microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative.

Insomma, parliamo di condizioni particolarmente interessanti che saranno utili sia per le imprese che desiderano rilanciare la loro immagine, sia per quei giornali e quelle radio che soffrono la crisi della raccolta pubblicitaria e che grazie a questo provvedimento ritroveranno vigore.

Il finanziamento a copertura del bonus pubblicità ammonta a 20 milioni di euro per quel che riguarda il periodo giugno-dicembre 2017, con un tetto massimo fissato a 62.5 milioni di euro per l’anno 2018. Dato che questo provvedimento di fatto dà una mano indiretta al mondo dei media, oltre che delle imprese, non è escluso che non possa essere oggetto di proroga anche per gli anni a venire.

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