L’economia europea sulla strada della ripresa?

L’Europa sembra essere sulla strada della ripresa economica dopo diversi trimestri consecutivi di crescita del PIL. Agli investitori della zona euro è stato chiesto di avere un po’ più di pazienza in quanto l’Europa è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito in termini di espansione economica.

Secondo Jeff Taylor, capo delle azioni europee di Invesco Perpetual, si sta affermando in Europa una “ripresa economica ad ampio respiro”. “Nel terzo trimestre del 2017, l’eurozona ha registrato la 18esima crescita consecutiva trimestrale del PIL”, sottolinea. “Su base annua, l’ultima crescita del PIL ha toccato il 2,5%, il migliore dall’inizio del 2011”.

La crescita è avvenuta grazie alle movimentazioni commerciali all’interno della zona euro. Una rottura fondamentale col passato, quando la crescita dipendeva in larga misura dalle esportazioni verso parti del mondo in rapida crescita. Ciò non significa che la globalizzazione e quindi l’apertura ai mercati internazionali non sia importante, ma che l’Europa si sta cominciando a concentrare un po’ di più sul suo mercato interno (che ha in ogni caso delle grandi potenzialità).

“Mentre la ripresa dell’Europa dagli anni della crisi ha preso il via in ritardo rispetto agli Stati Uniti” continua Taylor “ora è saldamente in corsa grazie a una ripresa costante e inaspettata delle aspettative nei consumi dei privati ​​e, più recentemente, negli investimenti. Le banche prestano ancora denaro e la disoccupazione sta diminuendo “.

Salman Ahmed, Capo strategico degli investimenti presso Lombard Odier Investment Management, osserva che “la crescita dell’Eurozona è al massimo dal 2011. Inoltre, essa non è stata così ampia dalla nascita della moneta unica, come evidenziato dalla bassissima dispersione dei tassi di crescita e dagli indici dei responsabili degli acquisti (PMI). Prevediamo che la domanda interna rimarrà il principale motore di crescita nel 2018. Dal lato dei consumatori, è probabile che un continuo miglioramento del mercato del lavoro continui a sostenere la loro spesa”.

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