Le finanze del Venezuela hanno fatto ufficialmente crac a causa del debito emesso dall’azienda statale di elettricità del paese sudamericano ricco di risorse petrolifere.
La Commissione che deciderà se si è verificato o meno un evento di default per via del ritardo nei pagamenti dei debiti da parte di Petroleos de Venezuela SA (PDVSA) deve ancora stabilire se annunciare il default dei bond scaduti il due novembre.
Ma ancora prima Wilmington Trust, Trustee dell’8,5% dei Bond emessi da Corpoelec, la società statale di elettricità del Venezuela la cui durata termina nel 2018, ha dichiarato di non aver fatto in tempo a pagare gli interessi dovuti il 10 ottobre. Passati i 30 giorni e il debito non è stato ancora pagato, il default era inevitabile.
Il 13 novembre era previsto un incontro tra i creditori, il vice presidente del Venezuela e il capo dei negoziati sul debito; considerando la situazione che si è venuta a creare e l’inevitabile giudizio da parte della commissione ISDA, questo incontro non è più necessario.
Goldman & Sachs ora rischia di subire perdite pluri milionarie, ma per chi detiene contratti di protezione contro un eventuale default, i Cds, le notizie di oggi non hanno di certo rappresentato una sorpresa, dal momento che i contratti Credit Default Swap scontavano già una probabilità del 99,99% di default a inizio settimana.
I Paesi che, dal 1800, non sono riusciti a ripianare il debito sono tanti cosi come gli Stati che sono risultati più spesso insolventi; di contro ci sono quelli che hanno pagato il debito e quelli per il quale non ci sono dati attendibili.