USA, taglio delle tasse: Donald Trump sfida l’Europa

Il taglio delle tasse promesso da Donald Trump alle imprese già in campagna elettorale inizia a prendere piede. La riforma è abbastanza complessa e porterà a riscrivere le aliquote e portare sgravi netti per 1.500 miliardi di dollari in dieci anni. Si parla di tagli generalizzati alle imposte di aziende e famiglie, dai ceti medi ai redditi più alti.

Questo tanto atteso taglio quando avverrà? Entro Natale se tutto andrà nel verso giusto. Il nome scelto è quello di Tax Cuts and Jobs Act.

Come in ogni riforma fiscale che si rispetti non mancano mai dubbi e perplessità; sono troppi in effetti i benefici concessi alle grandi aziende soprattutto sui costi. Le aliquote verranno decurtate a favore delle imprese dal 35% al 20%. In cambio, si perderebbe solo la deducibilità di alcune spese per compensi di dirigenti sopra il milione.

Per le multinazionali Usa invece verrà creata un’una tantum sui profitti già accumulati all’estero per permetterne il rimpatrio (12% sui liquidi e 5% sugli illiquidi). Un’imposta globale minima del 10% verrà invece formulata anzitutto per le controllate estere ad alto tasso di profitti.

Ci sarà una semplificazione delle aliquote sui redditi famigliari e individuali, da sette a quattro. Rimarrà la più alta, al 39,6%, per i redditi milionari delle coppie (mezzo milione per gli individui). Le altre saranno fissate al 12% (24 mila-90 mila), 25% (fino a 250 mila) e 35% (fino a un milione).

La tassa di successione sarà applicata solo al di sopra degli 11 milioni di dollari e sparirà nel 2024. Per i ceti medi, le deduzioni standard saranno raddoppiate a 24mila dollari (le coppie) o 12mila (i single); un credito d’imposta per figli a carico salirà del 60% a 1.600 dollari e nascerà un credito per anziani a carico da 300 dollari.

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