Prestito d’onore: cos’è e a chi è rivolto

Il prestito d’onore è un finanziamento personale che presenta molti vantaggi. Innanzitutto le condizioni per il rimborso sono abbastanza favorevoli e accedere al capitale richiesto è piuttosto semplice in quanto non è necessario presentare delle garanzie quali possesso di un reddito o la presenza di un garante o di un coobbligato.

Regolamentato dal decreto legislativo 185/2000, mette a disposizione dei contributi a fondo perduto o finanziamenti a tasso agevolato per l’apertura di attività in forma societaria o singola. Da notare, inoltre, che tra le varie forme del prestito d’onore esiste anche una soluzione riservata agli studenti meritevoli che viene erogata da un istituito di credito per coprire tutte le spese di formazione garantendo così allo studente la possibilità di concentrarsi esclusivamente sullo studio e sul proprio iter formativo.

Il prestito d’onore è accessibili a varie tipologie di utenti:

  • Studenti: viene elargito per coprire le spese di formazione, non presenta tassi di interessi e può essere restituito due anni dopo la fine degli studi. Il capitale erogato si aggira intorno ai 5.000 euro.

  • Lavoro Autonomo: erogato a chi vuole aprire un’attività in forma singola, si aggira intorno ai 23.823 euro. La norma prevede soltanto la restituzione di una metà del capitale mentre l’altra è a fondo perduto.

  • Microimprese: rivolto alle micro imprese, è previsto un investimento massimo di 129.114 Euro più IVA. Questo prestito prevede un contributo a fondo perduto del 50% ed un finanziamento a tasso agevolato del restante 50% (il tasso d’interesse è pari al 30% del tasso di riferimento in vigore al momento della firma del contratto di finanziamento). Di norma i tempi di rimborso sono di un massimo di sette anni con rate trimestrali;

  • Franchising: chi punta ad avviare un’attività in franchising può sfruttare il prestito d’onore ed anche in questo caso il 50% è un contributo a fondo perduto mentre la restante parte è un finanziamento a tasso agevolato. I tempi di rimborso sono, come prima, di un massimo di sette anni con rate trimestrali.

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