Il commercio online batte (ancora una volta) il commercio tradizionale dei negozi fisici. O almeno questa è la realtà dei fatti che si sta registrando nel mercato ludico, in cui da anni ormai opera Toys R’Us, colosso americano dei giocattoli.
La crisi di Toys R’Us
Toys R’Us si è vista costretta a dichiarare la bancarotta assistita per il troppo debito che da diversi anni ormai pesava come un macigno sulle spalle dell’azienda. Ma attenzione, perché da qui a parlare di fallimento ce ne passa. Il mercato dei giocattoli infatti non è in crisi in quanto tale, ma è in crisi solo il suo lato tradizionale.
Ecco quindi che Toys R’Us ha tutta intenzione di ristrutturare i suoi 400 milioni di dollari di debito in scadenza per il prossimo anno, e di ritornare a recuperare terreno riorganizzando la propria rete di vendita e puntando molto di più sull’e-commerce di quanto non si sia già fatto.
La società, alla luce di ciò, sfoltirà senza alcuna pietà quei negozi fisici che evidentemente non rendono più, tanto che Michael Freitag, portavoce di Toys R’Us, ha precisato che “decisioni su future chiusure di negozi verranno prese tenendo conto delle normali logiche di business”.
Toys R’Us nel mirino delle agenzie di rating
Negli ultimi giorni sul colosso americano dei giocattoli c’è stata aria di preoccupazione, spinta soprattutto dalle agenzie di rating che preso atto dell’enorme debito non hanno potuto far altro che tagliare la loro valutazione sulla società.
Standard & Poor’s e Fitch hanno infatti modificato al ribasso il rating dell’azienda, e lo stesso Jim Silver, analista interpellato da Bloomberg, ha detto che Toys R’Us non avrebbe potuto esimersi dal ristrutturare il debito con Chapter 11: senza il debito di mezzo si stima che l’azienda avrebbe avuto tra i 500 e i 600 milioni di dollari all’anno di utile!