Il fido bancario è un servizio concesso praticamente da ogni banca con cui si assicura, a un cliente, una data somma di denaro. Questa somma di denaro viene messa a disposizione dall’istituto di credito dietro una garanzia fornita dal cliente stesso: il fatto che vi sia bisogno di una garanzia per poter usufruire del fido è legato alla natura del fido, che nella sostanza è una forma di prestito.
La somma prevista dal fido bancario può essere utilizzata solo una volta, anche con dei microprelievi sparsi nel tempo, oppure può essere utilizzata in una sola soluzione.
Al di là di come si decide di utilizzare il fido, va precisato che questa sorta di “bonus” verrà ricaricato solo se il cliente avrà ripagato il denaro preso in prestito precedentemente; inoltre il fido si ricarica comunque a una data prestabilita e, per poter essere usato, necessita che il cliente sottoscriva un contratto in cui si impegna a corrispondere i relativi interessi (che ci sono proprio perché, come dicevamo, il fido è una sorta di prestito).
Ma che differenza c’è allora tra fido bancario e prestito? Le differenze sono molteplici, ma quella sostanziale è che un fido dà la possibilità al cliente di utilizzare anche solo una parte della cifra stabilita, quindi il costo è variabile in base all’ammontare di denaro effettivamente utilizzato. In pratica, gli interessi di un fido vengono applicati solo sugli importi di cui si è fatto uso, e non sugli importi concessi.
Ci sono due forme contrattuali che regolano la concessione del fido bancario: c’è il contratto a tempo determinato, che prevede la restituzione della somma erogata dalla banca a una data scadenza, e c’è il contratto a tempo indeterminato che impegna una delle parti, con il dovuto preavviso, a dichiarare la recessione del contratto e a pagare a quel punto i costi di gestione. Gli interessi invece vengono addebitati direttamente nel conto corrente del cliente secondo intervalli annuali, semestrali o trimestrali.