Libretto di Risparmio: tutto quello che c’è da sapere

Il libretto di risparmio è il documento che la banca (o la posta) consegna al cliente che ha richiesto l’apertura di un cosiddetto “deposito a risparmio”. Il libretto è quindi il documento che dovrà essere consegnato dal cliente allo sportello ogni qualvolta ci sarà bisogno di effettuare una data operazione.

Il libretto è utile innanzitutto perché permette di controllare la lista dei movimenti: sul documento vengono infatti elencati i versamenti e i prelievi che si susseguono nel tempo. Bisogna distinguere però tra due diverse tipologie di libretti di risparmio: ci sono quelli al portatore che permettono al titolare o alla persone a cui è stato “prestato” il libretto di effettuare operazioni varie, e poi ci sono quelli nominativi che possono essere gestiti solo ed esclusivamente dalla persona che ha aperto il deposito a risparmio.

La differenza tre le due forme di libretto è minima ma sostanziale al tempo stesso, perché nel caso dei libretti al portatore le banche sono tenute a dare un’identità alla persona che utilizza il libretto e a richiederle un documento che attesti la regolare cessione del documento da parte del titolare del conto; per di più la norme sull’antiriciclaggio hanno fissato a 1000 euro il limite per le somme depositate in un libretto al portatore (mentre non ci sono limiti di sorta per quel che riguarda i libretti nominativi).

L’operatività data dai libretti di risparmio è molto limitata perché possono essere usati solo i fondi che sono disponibili sul conto (pertanto non si può andare in negativo rispetto al saldo) e non si possono effettuare bonifici su conti correnti. C’è però la possibilità di associare una carta di debito al libretto in maniera tale che il proprietario possa movimentare il suo conto senza recarsi per forza di cose allo sportello, così come c’è la possibilità di vincolare il denaro versato – tutto o in una sola parte – per godere di un maggior tasso di interesse attivo.

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