Capita inevitabilmente che sottoscrivendo un finanziamento di qualunque tipo – sia esso un normale prestito personale o un mutuo – capiti di imbattersi nei tassi di interesse e, in particolare, nei cosiddetti TAN e TAEG. Ma siamo proprio sicuri di aver capito di cosa si tratta e di aver bene chiare a mente le differenze tra l’uno e l’altro?
Il TAN è il cosiddetto tasso di interesse puro che si applica a un finanziamento: rappresenta in pratica l’interesse annuo che grava sul prestito, cioè la somma in più che il debitore deve pagare al creditore al termine di un anno di rimborso.
Questa somma in più si calcola su base annua, ma ciò non vuol dire che viene pagata una volta l’anno: semplicemente il calcolo è annuo, ma il pagamento è dilazionato sulle rate che si andranno a pagare. Il fatto che il finanziatore dia la possibilità di ripagare questo interesse su più mesi determina una sorta di interesse sull’interesse, ed è qui che entra in gioco il TAEG.
Il TAEG rappresenta infatti il costo globale del prestito e comprende per definizione tutte le spese che si devono sostenere dall’apertura fino alla chiusura del finanziamento: dentro il TAEG ci finisce praticamente di tutto, vale a dire eventuali polizze aggiuntive, spese di apertura e di tenuta dei conti correnti, spese di gestione pratica, costi inerenti le operazioni di pagamento e così via.
La differenza sta quindi in questo: il TAN è l’espressione pura degli interessi applicati sul prestito, mentre il TAEG non è un vero e proprio interesse quanto più semplicemente un costo di tutto quanto il prestito espresso in termini percentuali. Il TAEG comprende pertanto il TAN, ma non viceversa.