L’imposta di bollo sul conto corrente è, come dice il nome stesso, un’imposta che viene applicata sul possesso di un conto corrente. Ad introdurre questo ulteriore balzello è stato il decreto Salva Italia risalente al 2011, introdotto dall’allora governo Monti non senza aspre polemiche.
In particolare, l’onere in questione prevede l’applicazione di un bollo pari a 34.20 euro annui sul conto detenuto da una persona fisica, e lo si può pagare tanto mediante addebito trimestrale (8.55 euro ogni 3 mesi) oppure mediante addebito mensile (2.85 euro al mese); se il titolare è una persona giuridica, invece, il costo applicato è di 100 euro annui.
Tuttavia il bollo non viene applicato nel caso di giacenze medie inferiori a 5mila euro annui (si tratta insomma della cosiddetta “no tax area”). Per quanto attiene l’imposta di bollo sul conto deposito, invece, la Legge prevede una tassa passata dall’1.5 al 2 per mille della somma investita con un tetto massimo che nel solo caso delle persone giuridiche è fissato in 14mila euro.
Nonostante le proteste e le iniziative volte a togliere di torno questo balzello, alla fine l’imposta di bollo sul conto corrente e sul conto deposito è rimasta invariata ormai da cinque anni a questa parte.