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Economia e Finanza

L’Ue dice stop alla caldaie a gas, ecco quando succederà

L’Ue vuole dire stop alla caldaie a gas a partire dal 2029. Vediamo di cosa si è discusso a Bruxelles e quanto è concreta questa proposta. 

Lo stop delle caldaie a gasolio e gas da parte dell’Unione Europea a partire dal 2029, sembra ormai vicino a diventare realtà.

A fine Aprile infatti, si è svolto un importante vertice a Bruxelles in cui alcuni rappresentanti degli stati membri, hanno iniziato a discutere di questa nuova normativa sulle caldaie, allo scopo di raggiungere i criteri di sostenibilità ambientali prefissati. 

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Il tema principale della riunione ha riguardato in primo luogo la possibilità di vietare le caldaie alimentate a metano, considerate al momento tra le più obsolete e inquinanti. 

Ue dice stop alla caldaie a gas, di cosa ha discusso la Commissione Europea

In tal senso, sembra che durante questo incontro la stessa Commissione Europea ha avanzato l’ipotesi di creare un vero e proprio indice di efficientamento energetico per tutti gli apparecchi domestici che hanno il compito di riscaldare l’acqua e le abitazioni. 

Per quanto invece riguarda le caldaie a gas, sembra che sia intenzione di eliminarle dal mercato a partire dal 2029, dando così circa cinque anni di tempo ai consumatori europei per prepararsi a questo cambiamento. E questa non è certo una notizia da poco, in primo luogo perché se così fosse,  tutte le imprese che producono questa tipologia di caldaie alimentate con combustibili fossili, dovranno inevitabilmente chiudere o convertirsi. 

Stop alle caldaie a gas dal 2029? Dall’Italia arriva un avvertimento

Diventa anche difficile al momento, trattandosi di discussioni preliminare, in cui nulla ancora sembra sia stato messo nero su bianco, quale possa essere l’entità e l‘impatto economico di una transizione del genere. 

In ogni caso, la strada in tal senso resta tracciata: l’Ue farà il possibile per spingere affinché dopo il 2029, ci si possa riscaldare esclusivamente con apparecchi che si alimentano con energia elettrica. 

Dall’Italia però sono arrivate subito le prime perplessità.

Ad esempio, è intervenuto sul tema il Presidente di Assogasliquidi-Federchimica, Andrea Arzà, che ha spiegato che una scelta di questo genere ha delle conseguenze più profonde di quanto si possa supporre. Non basterà infatti, per inseguire questa transizione, sostituire semplicemente la caldaia con un nuovo modello che si alimenta diversamente, ma l’intero impianto.

Questo significa che l’impatto economico per le famiglie, specie se questa crisi che attanaglia il vecchio continente continua, rischia di diventare ingestibile. 

Published by
Marco Infanti