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Economia e Finanza

Pensione, contributi mancanti nell’estratto conto Inps? La procedura da seguire

Pensione, cosa fare se dopo un controllo, il lavoratore scopre un periodo mancante di contributi nella sua carriera professionale? Ecco la procedura da seguire. 

L’estratto conto dell’Inps è uno dei documenti più importanti a cui un contribuente può avere accesso. Al suo interno infatti, vengono inseriti dall’Istituto di Previdenza, tutti gli accrediti contributivi maturati o versati dal lavoratore nel corso della sua carriera professionale. 

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Il suo controllo periodico, che può essere effettuato direttamente dal sito dell’Inps, è fondamentale per tutti i cittadini, per poter verificare che il percorso contributivo per raggiungere la pensione di vecchiaia sia in regola.

Ma cosa fare nel momento in cui un contribuente decide di consultare l’estratto conto, e si accorge che vi sono dei periodi contributivi mancanti? Può ad esempio capitare che dopo un controllo, ci si accorga che l’Inps non ha inserito i contributi relativi a un periodo di malattiaO nei casi ancora più gravi, che il datore di lavoro non abbia invece versato i contributi spettanti al lavoratore. E l’estratto conto Inps, resta per l’appunto l’unico documento a disposizione dei cittadini per verificare queste situazioni. 

Nel momento in cui si riscontra al suo interno l’assenza ingiustificata di contributi che invece il lavoratore dovrebbe aver già maturato, i motivi, come si accennava in precedenza, possono essere molteplici. Può trattarsi di un semplice errore dell’Inps, che per vari motivi non ha accreditato i contributi spettanti al lavoratore, così come vi possono anche essere altre motivazioni non legate a possibili errori dell’Istituto. 

Pensioni, ecco che procedura attivare con l’Inps in caso di contributi mancanti

In ogni caso, la prima cosa da fare nel momento in cui si accorge di questo ammanco nell’estratto conto, è quella di presentare un’apposita segnalazione all’Inps. Questa comunicazione è conosciuta con il nome di “Segnalazione contributiva”, e l’Inps mette a disposizione un servizio in cui inoltrare questa richiesta, a cui si può accedere, entrando nella sezione presente sul sito denominata “Fascicolo previdenziale del cittadino”. 

L’accesso in questo caso può essere effettuato dal cittadino soltanto tramite le credenziali SPID, o in alternativa la Carta di Identità Digitale o Carta nazionale dei Servizi. A quel punto, una volta che si è entrati nella sezione preposta, il cittadino a quel punto dovrà indicare con precisione il periodo mancante di contributi che ha riscontrato esaminando il suo estratto conto. Alla richiesta, vanno inoltre allegati i documenti che possano testimoniare come invece, nel periodo indicato, il lavoratore aveva maturato tutti i requisiti richiesti per il versamento dei suoi contributi. 

La procedura prevista per i dipendenti pubblici

Per i dipendenti pubblici in questo caso, è prevista una procedura diversa per la segnalazione all’Istituto, rispetto ai lavoratori privati. In questo caso infatti, i dipendenti pubblici che si accorgono di un vuoto contributivo nella loro carriera, devono attivare una procedura chiamata RVPA, che consiste sostanzialmente in una richiesta di modifica della propria posizione assicurativa. 

Il lavoratore nell’avviare questo iter, è tenuto anche in questo caso a non inoltrare solo la segnalazione, ma tutta la possibile documentazione a supporto dell’errore commesso dall’Inps. Anche se non è obbligatorio, per i dipendenti pubblici risulta anche consigliabile allegare sempre il proprio stato di servizio, affinché i controlli siano più celeri e precisi. 

Pensioni, contributi mancanti: cosa fare se invece la colpa è del datore di lavoro

Il discorso diventa invece un po più complicato nel caso in cui questa mancanza di contributi, non nasca da un errore dell’Istituto di Previdenza Sociale, ma invece da una cattiva condotta del datore di lavoro, che, involontariamente o meno, non ha versato i contributi spettanti al lavoratore. Si tratta di una situazione che porta il contribuente a denunciare il suo datore di lavoro per questa gravissima omissione. Ma il vero problema è che può capitare in molti casi di accorgersi dell’errore troppo tardi, e cioè quando questo crimine cade in prescrizione. Esiste però ancora una possibilità che il cittadino ha nei casi di prescrizione. 

Può infatti presentare richiesta per una rendita vitalizia, che agirà in termini sostitutivi per far recuperare quanto gli è stato sottratto negli anni dal datore di lavoro, con il mancato versamento dei contributi. La rendita vitalizia può essere accordata soltanto però nel momento in cui si riesce a dimostrare, e a possedere dunque una documentazione inequivocabile in tal senso, il torto subito dal datore di lavoro.

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Marco Infanti