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Economia e Finanza

Superbonus e attestazione SOA obbligatoria dal 2023: che cos’è e chi deve ottenerla

Superbonus, da quest’anno l’attestazione SOA è diventata obbligatoria per molte imprese esecutrici di lavori con i bonus edilizi che superano la cifra di 516 mila euro. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa vigente. 

A partire dal 1 Gennaio del 2023, è entrata ufficialmente in vigore l’attestazione SOA per tutti i lavori privati, concessi dal superbonus, che superano la quota di 516 mila euro. Questo passaggio diventa dunque indispensabile da effettuare per tutti i contribuenti che hanno deciso di fare dei lavori nella propria abitazione privata, approfittando degli incentivi edilizi messi a disposizione dai vari governi italiani negli ultimi anni. 

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Fino allo scorso anno, questo obbligo era previsto soltanto per appalti pubblici e i lavori edilizi nelle aree danneggiate in Italia dai terremoti, e che dunque necessitano di interventi corposi di ricostruzione. Adesso invece, a partire da gennaio di quest’anno, l’attestazione SOA diventa invece obbligatoria per tutti i lavori di importo superiore a 516 mila euro. 

Superbonus, che cos’è l’attestazione SOA e a cosa serve

Ma che cos’è esattamente questo attestato a cui si fa riferimento? La certificazione SOA, è un documento il cui scopo è quello di confermare la reale capacità economica di un’impresa nel poter sostenere i lavori commissionati. Questa attestazione può essere rilasciata esclusivamente da organismi autorizzati, dopo un’analisi molto attenta di tutta la documentazione reddituale dell’azienda. E verranno naturalmente indagati e analizzati in tal senso, anche lavori precedenti che l’impresa ha portato a termine. 

Nel momento in cui viene rilasciata, la sua validità è di cinque anni dal momento in cui la certificazione viene redatta. Questo obbligo di attestazione SOA era stato introdotto con un decreto nel maggio del 2022, ma erano stati in tanti, gli esperti tributari a trovare diverse difficoltà interpretative circa la sua applicazione. Una confusione che in realtà regna ancora adesso tra commercialisti, contribuenti, e imprese. In primo luogo perché parliamo di un obbligo che è stato introdotto per il settore privato che usufruisce dei bonus edilizi, ma che non ha una sua vera base giuridica di applicazione. 

La normativa infatti per la certificazione SOA nasce ed è stata pensata per gli appalti pubblici, e dunque diventa difficile comprendere in che modo questo regolamento andrà rispettato da un’azienda privata, che possiede ben altra conformazione giuridica. 

Certificazione SOA, il chiarimento pubblicato dalla Commissione per il Monitoraggio dei Lavori Pubblici

A questo quesito ha comunque risposta all’inizio di questo mese, il 1 Marzo del 2023, la Commissione Consultiva per il Monitoraggio dei Lavori Pubblici. Nella nota, vengono elencati tutti i requisiti che quest’obbligo comporta per la qualificazione dell’impresa nell’effettuare lavori con il superbonus per cifre superiori a 516 mila euro. 

  • L’azienda è tenuta a risultare in possesso di tutti i sistemi di qualità e controllo previsti dalla legge italiana e dalle normative europee della serie UNI EN ISO 9000, che siano rilasciate da soggetti regolarmente accreditati sul territorio nazionale ed europeo.
  • Non vi devono essere motivi di esclusione dell’impresa ai sensi di quanto stabilisce l’articolo 80 del Codice dei Contratti, e questa va intesi come presupposto giuridico fondamentale per la qualificazione dell’azienda ai lavori
  • Va verificata l’effettiva capacità economica e finanziaria dell’impresa a cui si commissiona i lavori superiore a 516 mila euro, seguendo le direttive stabilite dall’articolo 83 del Codice dei Contratti
  • L’azienda deve inoltre risultare anche in possesso del rating di impresa, attraverso un certificato che sia stato rilasciato regolarmente dall’autorità preposta ANAC, come stabilisce l’articolo 83, comma 10, del Codice dei Contratti

Superbonus, ecco quali categorie di aziende possono ottenere l’attestazione SOA

Ma in realtà, anche questa risposta fornita dalla Commissione, non fuga comunque alcuni dubbi giuridici circa l’applicazione di questa norma, e che gli esperti tributari stanno rilanciando in questi giorni. La certificazione SOA viene infatti rilasciata facendo sempre riferimento alla categoria industriale/produttiva dell’impresa. 

In questo caso però, a una prima lettura della nota prodotta dalla Commissione per i Lavori Pubblici, sembra quasi che qualunque azienda, di qualunque settore commerciale, possa risultare committente di un lavoro da portare a termine con i bonus edilizi, a patto di avere semplicemente un’attestazione SOA. 

In realtà, ad un’analisi più attenta, molti hanno fatto notare come la nota prodotta, contenga in realtà dei riferimenti che permettono di individuare le categorie commerciali a cui deve appartenere un’impresa. E questo significa che non tutte le aziende possono essere esecutrici dei lavori ottenuti con i bonus edilizi, ma solo quelle che fanno parte delle seguenti categorie SOA:

  • OG1 (Edifici civili e industriali);
  • OG2 (Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela);
  • OG11 (impianti tecnologici);
  • OS6 (Finiture di opere generali in materiali lignei, plastici, metallici e vetrosi);
  • OS21 (Opere strutturali speciali);
  • OS28 (impianti termici e di condizionamento).
Published by
Marco Infanti