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Lavoro e pensioni

Aliquote contributive, cosa cambia nel 2023 per la Gestione separata: alcuni pagano di più

Cambiano le aliquote contributive per chi è iscritto alla gestione separata a causa dell’inflazione. Vediamo nel dettaglio a quanto ammontano gli aumenti. 

Il 2023 non è certo iniziato per tantissimi lavoratori italiani. L’inflazione continua infatti ad erodere il potere d’acquisto delle famiglie. E da quando è iniziata la guerra in Ucraina, stiamo vedendo lievitare i prezzi di tantissime materie prime. Possono preoccuparsi meno in tal senso i pensionati. Questa categoria vedrà il suo assegno subire degli aumenti, proprio per gli adeguamenti all’inflazione che l’Istat fa ogni anno con le rivalutazioni. 

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Molti lavoratori, invece, saranno adesso costretti a causa dell’inflazione a pagare aliquote più alte nel 2023. Aumenti che sono stati spiegati dall’Istituto di Previdenza Sociale nella circolare 12/2023. Nel documento viene infatti messo nero su bianco come, per i liberi professionisti, gli aumenti saranno di circa 300 euro in più rispetto allo scorso anno. Incrementi che toccano anche i collaboratori iscritti nella gestione separata, che andranno a pagare circa 441 euro in più rispetto al 2022. 

Aliquote, ecco a quanto sono fissate per i titolari di Partite Iva

Non si sono invece registrati aumenti per quanto riguarda le aliquote di finanziamento. Al momento, per tutti i professionisti con regolare Partita Iva, fissata al 26,23 per cento del reddito annuo. Su collaboratori e figure similari, al momento l’aliquota complessiva è fissata invece al 35,03 per cento. Bisogna poi su questo punto fare una precisazione. Nella percentuale è compresa anche un’aliquota aggiuntiva dell’1,31 per cento. Questa deve essere versata anche da amministratori di società, sindaci e revisori contabili, se questi non sono ancora stati ammessi alla fruizione della Dis-Coll. Questa aliquota invece, non può essere applicata su tutti i compensi percepiti dai componenti di commissione e collegi,

Gli  amministratori di enti locali, venditori porta a porta, rapporti occasionali autonomi e medici in formazione specialistica avranno invece un’aliquota complessiva del 35,03 per cento. Chi invece risulta iscritto a un fondo di previdenza obbligatorio, e percepisce un assegno pensionistico, avrà diritto a pagare un’aliquota ridotta pari al 24 per cento. nella circolare. 

Cambia anche il massimale contributivo a causa dell’inflazione

L’Inps rammenta anche ai contribuenti resta a carico dei liberi professionisti l’impegno a pagare le tasse spettanti. Questi sono tenuti a effettuare i versamenti attraverso il modello F24 alle scadenze tributarie previste. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, qui invece la responsabilità dei versamenti dei contributi resta in capo all’azienda titolare. 

Sale anche a causa dell’inflazione il massimale contributivo. Questo infatti passa dalla cifra di 103 euro dello scorso anno a 113 euro. E questo comporta il fatto che nel momento in cui si supera questa soglia, i contributi non  vanno pagati. E questa esenzione riguarda anche coloro che hanno raggiunto l’anzianità entro la data ultima del 31 Dicembre 1995. E dunque prima dell’entrata del sistema contributivo in tema previdenziale. 

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Marco Infanti