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Attualità

Canone Rai, la notizia che gli italiani aspettavano: non lo pagano tutti

Una notizia che di sicuro farà piacere a quanti, in questa fase speravano in qualcosa di positivo dal fronte canone Rai.

Inutile girarci intorno, gli italiani, nella maggior parte dei casi non apprezzano il canone Rai. In molti lo trovano desueto, altri invece lo trovano addirittura ingiusto perchè non garantirebbe la fruizione di chissà quale servizio. I pareri a riguardo sono numerosi, elencarli tutti sarebbe dispendioso e di certo confonderebbe le idee. La verità è che il canone non è quasi mai piaciuto ai cittadini. Nonostante tutto però, ci sono alcune interessanti novità.

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Da quando tale tassa è stata istituita, in seguito all’acquisto dei primi tv da parte dei cittadini, inserita tra le norme come vera e propria tassa di possesso, una sorta di patrimoniale che andava a gravare su quanti potevano permettersi tale apparecchio, non ha quasi mai riscontrato consensi. Oggi la tv è chiaramente un bene di massa, in molti ne posseggono almeno tre o quattro, chiaramente il tutto fa ancora storcere il naso ai più.

In vista della scadenza del prossimo 31 gennaio è giusto stabilire un punto essenziale. Non tutti dovranno pagare la quota annuale secondo i criteri stabiliti. In alcuni casi la stessa potrà essere versata attraverso un modello F24. L’importo annuale, 90 euro resta identico, quello che cambia è la quantità, per dire, dello stesso importo. Il modello F24 consente quindi al cittadino il pagamento secondo diverse modalità. Tale strumento è dedicato a quanti non risultano essere intestatari di un contratto dell’energia elettrica di tipo domestico. Un esempio su tutti è quello di quanti sono affittuari di un appartamento in cui il contratto è ancora intestato al proprietario stesso dell’immobile.

Altro caso è quello che riguarda la possibilità in cui la fornitura della corrente elettrica sia erogata da reti non interconnesse con la rete nazionali. Il caso specifico riguarda gli abitanti di isole minori, tra queste: le Termiti, Lipari, Lampedusa, Favignana, Ustica, Levanzo, Linosa, Marettimo, Capri, l’Isola del Giglio, Pantelleria, Panarea, Stromboli, Salina, Alicudi, Filicudi, Ventotene o Capraia.

Nel caso in cui, si prevede il pagamento tramite modello F24 le modalità di pagamento possono essere le seguenti:

  • in un’unica soluzione di importo pari a 90 euro entro il 31 gennaio 2023;
  • in due rate semestrali con scadenza 31 gennaio e 31 luglio 2023. Per entrambe l’importo dovrà essere pari a 45,94 euro;
  • in 4 rate trimestrali con scadenza 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio e 31 ottobre. L’importo di ogni rata dovrà essere pari a 23,93 euro.

Esistono poi casi in cui il pagamento della quota prevista va versato parzialmente. Quando per esempio si riscontra una prima detenzione di apparecchio televisivo o quando ci si trova di fronte a un subentro per quel che riguarda il contratto con l’azienda di fornitura di energia elettrica. Il codice tributo da utilizzare per la compilazione dell’F24 per il pagamento del canone è TVRI. Nel caso di prima detenzione di tv il codice tributo è invece TVNA.

Canone Rai, la notizia che gli italiani aspettavano: la promessa di Matteo Salvini

A questo punto gli italiani che sperano che tale provvedimento, l’applicazione stessa della tassa insomma, possa essere prima o poi messo da parte, non possono fare altro alle promesse rilanciate in campagna elettorale dall’attuale componente del Governo, Matteo Salvini. Lo stesso ministro leghista, a settembre infatti, dal palco di Pontida dichiarava: “Noi siamo nell’Unione europea e abbiamo visto che in 10 Paesi non si paga il canone per la televisione pubblica, come Lega ci prendiamo questo impegno: dall’anno prossimo zero canone Rai. Bisogna mettere 30 miliardi di euro adesso per bloccare l’aumento delle bollette della luce, altrimenti sarà un disastro. E grazie a Renzi sulle bollette della luce da qualche anno c’è una tassa in più che tutti voi pagate, il canone Rai. Chi sceglie la Lega sceglie l’abolizione del canone Rai. Come tante altre televisioni si paghi da sola”.

La proposta, o promessa, di Matteo Salvini è stata poi spiegata nel dettaglio: “Primo: razionalizzazione, e quindi diminuzione, dei canali che ora sono 13 per la tv e una decina per la radio. Secondo: riorganizzazione ed eventualmente vendita del patrimonio immobiliare della Rai come per esempio le sedi di Venezia e Milano; terzo: aumento delle operazioni commerciali; quarto: internalizzazione di tutta la produzione evitando di dare in appalto esterno programmi e fiction”.

“Mediaset, La7, le tv private – ha poi concluso in merito Salvini – non chiedono il canone. La tv si può fare da soli tagliando gli sprechi e qualche mega-stipendio. Sono solo 90 euro il canone, è vero, ma per qualcuno vuol dire fare la spesa due o tre volte in più. A sinistra molte persone non sanno che per qualcuno anche 100 euro fanno la differenza“. A questo punto c’è da capire quanto di vero possa esserci in queste dichiarazioni rilasciate lo scorso settembre. C’è da scommetterci che una fetta importante di cittadinanza speri che la promessa in questione possa essere rispettata.

Promessa o proposta, questo è il dubbio, a questo punto di milioni di italiani stanchi di pagare il canone. Per il momento, tra l’altro è bene sottolineare cosi come riportato da numerosi organi di stampa che anche per questo 2023 il canone Rai dovrebbe a questo punto restare in bolletta, un provvedimento mai piaciuto agli italiani. Il tutto nasce nel 2016 quando l’allora Governo presieduto da Matteo Renzi, decise, per far fronte alla dilagante evasione fiscale nello specifico contesto di “obbligare”, in pratica, gli italiani a pagare il canone. Da quel momento, chiaramente, l’avversione per l’odiata tassa è cresciuta ancora di più.

Dall’anno successivo, naturalmente la stessa evasione risultò di fatto drasticamente frenata. Il provvedimento impopolare aveva dato i suoi frutti. Poi il richiamo dall’Europa e la promessa di tornare alla vecchia modalità di pagamento. Oggi nuove incertezze avvalorate a una nota del ministero competente diffusa solo pochi mesi fa. A questo punto gli italiani cercano spiegazioni, pretendono, insomma che la cosa possa chiarirsi il prima possibile.

Nel frattempo le scadenze incombono e in ogni caso tocca pagare la tanto temuta e mal sopportata tassa. Il futuro, in questo senso, appare quindi come una vera e propria incognita. Gli italiani attendono e nel frattempo monta la rabbia e la protesta generale.

Published by
Paolo Marsico