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Lavoro e pensioni

L’APE Sociale sarà prorogata nel 2023 o assisteremo alla sua fine?

Attendiamo buone notizie circa la proroga dell’APE Sociale nel 2023. Tra i lavoratori c’è fiducia e probabilmente è ben indirizzata.

In attesa dell’ufficializzazione della proroga dell’APE Sociale dopo la scadenza naturale del 31 dicembre 2022 ricordiamo chi può accedervi.

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La Riforma delle Pensioni difficilmente arriverà prima della prossima Legge di Bilancio. Ciò significa che il Governo potrebbe valutare seriamente la proroga di misure di pensionamento anticipato quale Opzione Donna e l’APE Sociale. Entrambi gli scivoli scadranno il 31 dicembre 2022 ma il desiderio di tanti lavoratori è che le opportunità rimangano sul tavolo. E probabilmente tale desiderio sarà soddisfatto. Il tempo per introdurre nuove forme di pensionamento flessibili e a tutela dei cittadini è troppo ristretto. In più, il nuovo esecutivo avrà tante altre questioni importanti di cui occuparsi come il caro bollette, il Reddito di Cittadinanza e l’aumento degli stipendi. Da qui la quasi certezza che l’APE Sociale resterà attiva anche nel 2023.

APE Sociale, tutto come prima nel 2023

Il problema principale della Riforma delle Pensioni è che lo Stato non ha i soldi per finanziare ambizioni progetti. I piani del Governo, dunque, saranno indirizzati da questa “povertà” delle casse. Si arriverà, così, molto probabilmente alla proroga dell’APE Sociale, l’indennità di accompagnamento che i lavoratori ricevono mentre aspettano di raggiungere la pensione di vecchiaia.

L’accesso alla misura è consentito agli invalidi, ai disoccupati, ai caregiver che si occupano di familiari con invalidità e dagli addetti a mansioni gravose. Per richiedere l’APE Sociale dovranno aver raggiunto i 63 anni di età e maturato 30 o 36 anni di contributi in base alla categoria di appartenenza. Il numero massimo di contribuzione, 36 anni, è richiesto ai lavoratori impegnati in mansioni gravose da almeno sette anni degli ultimi dieci oppure sei anni negli ultimi sette. Le dipendenti donne, invece, potranno calcolare un anno in meno di contributi per ogni figlio (il limite massimo è di due anni) scendendo a 28 oppure 34 anni.

I requisiti delle altre categorie

Gli invalidi possono lasciare il lavoro con l’APE Sociale raggiunti i 63 anni e avendo maturato 30 anni di contributi a condizione che abbiano un grado di disabilità superiore o pari al 74%.

Per quanto riguarda i caregiver, condizione necessaria è assistere il familiare da almeno sei mesi. L’assistenza è concessa al coniuge, alla parte dell’unione civile, ad un parente di primo grado convivente o di secondo grado convivente a condizione che sia senza genitori o coniuge, che abbia più di 70 anni o risulti affetto da una patologia invalidante.

Infine, la misura è aperta ai disoccupati con 63 anni di età e 30 anni di contributi che hanno finito di ricevere la Naspi, l’indennità di disoccupazione.

A qualunque categoria si appartenga, l’importo dell’assegno percepito non potrà superare i 1.500 euro fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.

Published by
Valentina Trogu