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Attualità

Quando un messaggio ti rovina la vita: ecco come provano a rubarci i soldi

Una delle pratiche purtroppo più diffuse negli ultimi tempi. In tempo di crisi certe dinamiche prendono il sopravvento.

Gli ultimi anni, periodo storicamente di certo non positivo, con una crisi ormai dilagante figlia della pandemia e delle conseguenze di un terribile conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa fanno riscontrare purtroppo per i cittadini determinati fenomeni che di certo non fanno dormire sonni tranquilli, anzi. I dati in questo senso non sono certo confortanti.

Foto © AdobeStock

L’avanzare delle frodi sul web avanza di pari passo alla crisi che in questi mesi sta colpendo senza alcuna pietà il nostro paese. I dati diffusi dalle istituzioni in merito al numero di frodi ormai dilaganti sul web fa di certo realizzare una situazione non delle migliori per i cittadini italiani. I dati 2021 dell’Arbitro bancario finanziario oltre agli esposti pervenuti alla Banca d’Italia, testimoniano l’avanzare incontrastato delle frodi online. Anche la Polizia Postale non fornisce affatto buone notizie.

Oltre 18mila i casi di furto di identità, credenziali home banking, carte di credito clonate e chiavi di wallet di cryptovalute sottratti. La crescita si attesta sul 27% rispetto al 2020. I numeri insomma confermano più che mai che i tempi che viviamo non sono di certo i migliori dal punto di vista della sicurezza sul web. Ogni giorno milioni di italiani corrono rischi enormi solamente rispondendo con superficialità a mail o sms dai contenuti molto particolari.

Il sistema è sempre lo stesso. Testi che in qualche modo catturano l’attenzione del lettore, della vittima designata insomma e costringono indirettamente quest’ultimo a volerne sapere di più seguendo le indicazioni fornite. L’immancabile link presente alla fine del contenuto in questione guiderà la vittima in un percorso costruito a pennello dal malintenzionato di turno con il solo fine di rubargli informazioni preziose o addirittura tutti i risparmi.

Quando un messaggio ti rovina la vita: il punto di vista della Polizia Postale in merito

La Polizia Postale, attraverso il suo operato contino e nella maggior parte dei casi assolutamente efficiente prova a tamponare la dinamica truffaldina dilagante. Riccardo Croce, dirigente sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale, ha cosi spiegato: “Oltre alla funzione di prevenzione, ne abbiamo una antifrode. Le frodi si concentrano sulla parte debole della catena, ovvero il fattore umano, che porta il denaro a uscire dai conti correnti delle vittime. Informatiche per modalità di esecuzione, ma viene sfruttata la debolezza umana. Gli istituti finanziari hanno difese molto efficaci dal punto di vista informatico. Più difficile è arrivare a presidiare l’elemento umano, ovvero il consumatore, l’utilizzatore a valle”.

Al giorno d’oggi il modo di operare dei truffatori del web è assolutamente diverso da ciò che potevamo constatare soltanto pochi anni fa. All’inizio le comunicazione potevano apparire di semplice interpretazione, gli utenti più svegli insomma, quelli più consapevoli dei rischi che il web purtroppo presenta potevano facilmente scorgere il pericolo. Oggi tutto è cambiato. I truffatori sono più preparati e molto più attenti nell’approccio con la potenziale vittima.

Le vittime in questo caso hanno la percezione, l’idea di star interagendo reamente con la propria banca o con gli altri contesti proposti. Il tutto insomma fa aumentare ancor di più i rischi di essere frodati.

Il cittadino viene raggiunto da un messaggio – spiega ancora Croce – sul proprio cellulare, che sembra provenire dalla banca. Si fa credere al destinatario che è stata intercettata una possibile frode e lo si induce a effettuare ulteriori azioni. La vittima è indotta a credere nel messaggio, che peraltro si mette in coda a quelli della banca, e a contattare o a farsi contattare dal servizio clienti. Che ovviamente invece è un truffatore che si rivolge alla vittima con voce professionale”.

Con l’apertura della pagina – conclude ancora Croce –  vengono carpite una serie di informazioni, come i codici di accesso dall’home banking. E qui entra in campo il phishing vocale. Alla fine quindi c’è la telefonata. Qui appare un numero di telefono uguale a quello del servizio clienti della banca e una voce professionale e con contenuti credibili induce la vittima a leggere anche il codice dispositivo temporaneo, per permettere l’esecuzione di operazioni. A quel punto avviene un pagamento in uscita, in frode”.

Occhi aperti insomma e nessun calo di concentrazione ed attenzione di fronte a certi contenuti. Il rischio è elevato e di conseguenza il tutto potrebbe compromettere non poco il futuro della stessa vittima.

Published by
Paolo Marsico