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Lavoro e pensioni

Anticipo TFR: c’è una limitazione da conoscere, attenti all’errore irrimediabile

Il lavoratore che ha maturato 8 anni di anzianità di servizio ha diritto a chiedere anticipo TFR una sola volta nella carriera, presso la stessa azienda.

Il trattamento di fine rapporto è generalmente corrisposto al dipendente al termine del rapporto di lavoro. Tuttavia, in presenza di comprovate motivazioni, la legge ammette che il dipendete possa chiedere anticipo TFR al proprio datore di lavoro. Ma per quante volte si può chiedere ed ottenere una quota dell’accantonamento?

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Secondo quanto stabilito dalla normativa attualmente in vigore, il lavoratore dipendente ha diritto a ricevere l’anticipo di una quota del trattamento di fine rapporto. Ci stiamo riferendo all’accantonamento che, per legge, il datore di lavoro è tenuto a mettere da parte ogni anno e, sul quale maturano, degli interessi composti.

La somma di denaro accantonata dall’azienda è proporzionata alla retribuzione di ogni singolo dipendente. L’importo viene messo da parte, in un fondo d’investimento, e permette la maturazione d’interessi. Il valore complessivo del fondo è riconosciuto al dipendete al termine del rapporto di lavoro, a prescindere che questo termini per pensionamento, licenziamento o dimissioni.

Chiedere anticipo TFR: i casi previsti dalla disciplina

La richiesta di anticipo TFR può essere effettuata dal lavoratore che si trova in difficoltà economica e che deve sostenere spese per:

  • acquisto prima casa per sé o per un figlio maggiorenne;
  • ristrutturazione per l’abitazione principale;
  • cure e terapie mediche, per malattia sua o del figlio.

Insomma, in presenza di queste motivazioni dimostrabili tramite apposita documentazione, il lavoratore può avanzare la richiesta di anticipo TFR. In ogni caso, la quota massima ottenibile dal lavoratore corrisponde al 70% del trattamento maturato fino a quel momento.

Sebbene l’anticipo del trattamento di fine rapporto rappresenti un diritto che matura dopo aver trascorso 8 anni alla dipendenza della stessa azienda, il datore di lavoro ha la facoltà di non assecondare la richiesta del lavoratore.

Dopotutto, la legge prevede dei limiti all’erogazione dell’anticipo TFR, ci stiamo riferendo al tetto annuale del 10% del numero degli aventi diritto. E, comunque, il 4% del totale dei dipendenti. Se queste aliquote potrebbero non destare grossi problemi in una grande azienda o in una multinazionale, il discorso è diverso per le piccole realtà imprenditoriali con meno di 25 dipendenti.

Quante volte si può chiedere il TFR?

Inoltre, occorre ricordare un’altra importate limitazione, che fa riferimento al numero di volte in cui il dipendente può fare richiesta e ottenere l’anticipo TFR.

Secondo la disciplina generale, ogni lavoratore ha la facoltà di ottenere un’unica volta la quota del trattamento in via anticipata, nell’ambito dello stesso rapporto di lavoro.

Tuttavia, vi è una possibile deroga a tele limite, tenendo conto che ogni CCNL può prevedere delle eccezioni migliorative per i lavoratori. Pertanto, è possibile che alcune categorie di lavoratori abbiano l’opportunità di chiedere più di una volta l’anticipo TFR.

Oltre al CCNL, vi è anche la possibilità che il datore di lavoro, in via del tutto eccezionale, decida di accordare per una seconda volta l’anticipo del trattamento allo stesso dipendete. In tal caso, è bene ricordare che non si tratta di un diritto del lavoratore, ma di una concessione aziendale offerta a discrezione del singolo datore di lavoro.

Published by
Floriana Vitiello