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Domande frequenti

Condizionatore tutto il giorno, il benessere costa caro. O forse no?

Combattere l’afa con il condizionatore acceso 12 ore? Logica vorrebbe di no ma non solo per una questione di costi. Ecco i fattori da tenere in considerazione.

 

Non è ancora piena estate ma alzi la mano chi non ha già acceso almeno una volta il proprio condizionatore. Forse non ci sarebbe bisogno di chissà quale sondaggio.

Foto © AdobeStock

Il caldo torrido, arrivato già a fine maggio, ha costretto gli italiani a fare letteralmente i conti con l’estate anticipata. Non un buon affare in un momento storico ancora caratterizzato dai rincari sui costi delle utenze. Ma visto che necessità fa virtù, con l’afa che si è già abbondantemente annunciata come protagonista della ventura estate, i dispositivi di refrigeramento domestico hanno già iniziato a lavorare a pieno ritmo. Ai consumatori, non resta che cercare di tamponare al meglio. Innanzitutto alternando i momenti di accensioni e quelli di spegnimento, come logica in teoria vorrebbe. Anche perché tenere acceso il condizionatore giusto un paio d’ore non farebbe poi tutta questa differenza.

Men che meno sembra utile l’apertura delle finestre. E qui, in realtà, entra in gioco un dibattito piuttosto corposo che riguarda i dispositivi di aria condizionata, da molti indicati come (almeno) parzialmente responsabili dell’innalzamento delle temperature esterne. Questo perché, naturalmente, asciugando l’aria interna il motore espelle quella calda direttamente all’esterno, rendendo di fatto impossibile avvicinarvisi. Per questo i motori vengono posizionati in punti strategici, magari in alto, così da non risultare troppo a portata di mano. A ogni modo, la questione cambia di poco: caldo torrido uguale condizionatore acceso. A volte persino tutto il giorno.

Condizionatore acceso tutto il giorno: ecco quali sono i costi reali

A questo punto la domanda sorge spontanea: è possibile conciliare l’esigenza di aria fresca con il benessere del portafogli? In realtà non dipende solo dalla nostra sagacia tattica ma anche dal tipo di dispositivo di cui disponiamo. Sì, perché il basso consumo parla innanzitutto la lingua dell’efficienza energetica. È chiaro che tenere il condizionatore acceso per tutto il giorno, alla fine, avrà il suo peso sulla bolletta complessiva. Tuttavia, questo è un discorso che vale per qualsiasi elettrodomestico. A ogni modo, qualche conteggio si può fare: mediamente, infatti, il costo giornaliero di un condizionatore si aggira attorno a una cifra pari a 1,77 euro (dati dell’Associazione ADOC). Il prezzo medio della bolletta, invece, è di circa 160 euro. Un uso prolungato per 12 ore potrebbe produrre una spesa pari a 3 euro al giorno.

I costi però hanno delle variabili legati alla classe energetica del dispositivo. E anche ad altri parametri che vanno tenuti in debita considerazione. Ad esempio, al fine di ridurre i consumi, scegliere una classe buona, nel rispetto assoluto dei valori SEER (coefficiente freddo) e SCOP (coefficiente caldo), è fondamentale. Questo perché entrambi contribuiscono a determinare il valore del condizionatore e le modalità di consumo. Più i valori saranno alti, più il condizionatore raffredderà (e riscalderà) con più efficienza. Per quanto riguarda la classe, una ex A+++, ossia la più alta, sarebbe la scelta più saggia. Il SEER sarà perlomeno a 8,50, mentre lo SCOP pari o maggiore a 5,10. Qui, come in tanti altri settori, i numeri fanno la differenza ancor prima che l’oculatezza.

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Damiano Mattana