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Domande frequenti

Conto corrente, firma congiunta o disgiunta: ecco quale conviene

Due varianti dello stesso conto corrente, utili però, rispettivamente, a soggetti radicalmente diversi. Più che il “quale” conta il “chi”.

 

L’apertura di un conto corrente è quanto di più comune possa avvenire nell’ambito della gestione del proprio denaro. Anzi, l’accumulo di risparmi in senso letterale è ormai un concetto superato.

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Nonostante si tratti di fatto di una dichiarazione oggettiva delle risorse in nostro possesso, al conto non si rinuncia. Anzi, oggi come oggi rappresenta quasi uno strumento di investimento, se corredato da altri paralleli che consentono di generare almeno un piccolo rendimento dal nostro denaro. Detto questo, di conti correnti ne esistono diverse tipologie. Ognuna delle quali ha la prerogativa di attagliarsi alle esigenze di un particolare contribuente. O anche più di uno. Sì, perché un conto corrente può essere cointestato o, in un caso ancor più specifico, a firma congiunta o disgiunta. Una variante, nel primo caso, utilizzata soprattutto da società di persone. La firma disgiunta, invece, è maggiormente ad appannaggio delle famiglie, al fine di evitare conti separati.

L’opzione è totalmente a discrezione dei titolari. Saranno loro a stabilire quale delle due varianti adottare, in base chiaramente a quelle che sono le loro esigenze. Un conto corrente a firma congiunta consente un maggiore controllo sulle operazioni e, per questo, risponde in modo privilegiato alle esigenze di una società partecipata da più persone. I titolari potranno operare sul conto liberamente ma ogni movimento sarà autorizzato solo ed esclusivamente se tutti i firmatari abbiano dato il loro assenso tramite firma. Anche una sola defezione pregiudicherebbe l’intera operazione. Chiaramente questo avviene su qualunque tipo di movimento, dai prelievi fino ai bonifici.

Conto corrente, firma congiunta e disgiunta: quando e perché convengono

Chiaramente, ogni tipologia di conto corrente ha i suoi pro e i suoi contro. I quali, però, dipendono in modo esclusivo dalla decisione dell’aspirante correntista, che si riserverà di scegliere la tipologia più attinente ai suoi bisogni dopo aver tarato sia gli uni che gli altri. Nel caso della firma congiunta, con la necessità obbligatoria della presenza e della controfirma di tutti i titolari, l’attenzione su eventuali operazioni illecite è decisamente più alta. E, nello specifico, riguarda perlopiù movimenti importanti di denaro, come il pagamento di un fornitore. Per questo sono le società a battere maggiormente questo tipo di terreno. Anche sul piano fiscale o dichiarativo tutto resta ben visibile e persino nell’ambito di un’eventuale contestazione.

Chiaro che un passaggio dall’una all’altra tipologia è tecnicamente sempre possibile per un conto corrente cointestato. Le firme disgiunte consentono alle famiglie di operare su un medesimo portafogli come se si trattasse di un conto separato a tutti gli effetti. In caso di decesso di un cointestatario, saranno gli eredi a subentrare. I quali possono essere diversi dall’altro titolare del conto in questione. Questo per quanto riguarda la disgiunta, con gli altri titolari che potranno liberamente continuare a operare. In caso di firma congiunta, invece, tutto verrà bloccato in attesa di conoscere gli eredi legittimi. Qualora vi fosse necessità di chiusura, la firma congiunta richiederà l’approvazione di tutti i cointestatari. Viceversa, per l’altra variante ne basterà una sola.

Published by
Damiano Mattana