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Attualità

Arriva il caldo ma tutti vogliono le stufe a pellet: cosa sta succedendo

Gli acquisti di stufe a pellet stanno aumentando in maniera considerevole, così come l’interesse per le installazioni di pannelli fotovoltaici 

Un cambiamento piuttosto importante che però non nasconde solo vantaggi. Bisogna fare i conti anche con le possibili tasse.

Fonte Adobe Stock

L’Italia è alle prese con i primi veri caldi di stagione, che in alcune località sono già piuttosto insopportabili. Nonostante ciò c’è chi già guarda oltre e pensa al prossimo inverno, che si preannuncia non propriamente semplice.

Infatti al contrario di quanto solitamente avviene in questa fase dell’anno sta aumentando la domanda e di conseguenza anche l’offerta relativa alle stufe a pellet. Sulla stessa scia sta screscendo l’interesse per l’installazione degli impianti fotovoltaici.

Stufe a pellet: le motivazioni di questo importante incremento

Il tutto come è piuttosto semplice da ipotizzare è frutto dei rincari delle tariffe di gas ed elettricità che con lo scoppio della guerra in Ucraina è diventato ancor più tangibile. Per questo la gente si è attivata per cercare delle contromisure sfruttando il periodo di anticipo.

Ciò ha portato ad un amento di richieste delle stufe a pellet del 20%. Grazie al “Conto Termico” (bonus economico del 65% sulla spesa sostenuta per il miglioramento dell’efficienza e del risparmio energetico degli edifici e per la produzione di energia rinnovabile) chi intraprende questa strada può godere di importanti agevolazioni.

L’unica criticità in tal senso è l’aumento del costo del legname che fino a qualche tempo fa veniva importato dai paesi attualmente in guerra. Quello locale invece risente della scarsa presenza di manodopera. In Italia infatti trovare dei boscaioli è una vera e propria impresa. La conseguenza è che bisogna affidarsi ad altri paesi dell’est europeo e ad un aumento della spesa visti i costi del gasolio utilizzato dai mezzi di trasporto. 

Può invece tornare utile per il fotovoltaico, il bonus ristrutturazioni, che consente di ottenere una detrazione fiscale fino al 50%. L’energia in eccedenza che viene ceduta al gestore è tassata attraverso un conguaglio annuale. Facendo i calcoli del caso però la convenienza resta elevata. Quindi è bene cogliere la palla al balzo per favorire una transizione che potenzialmente può essere benefica per la collettività.

Published by
Antonio Pilato