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Economia e Finanza

Cartella esattoriale, opporsi è possibile: ecco come fare

Opporsi ad una cartella esattoriale è possibile, ma come fare? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Buone notizie per molti contribuenti che in determinati casi possono opporsi ad una cartella esattoriale. Ecco come fare.

Foto © AdobeStock

Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati dal Covid che ha segnato, e continua purtroppo a segnare, negativamente le nostre esistenze, sia dal punto di vista dell’aspetto sociale che economico. Se tutto questo non bastasse, ad aggravare la situazione ci si mette il preoccupante aumento dei prezzi. Un contesto complicato, quello in cui ci ritroviamo a vivere, che vede molte famiglie purtroppo alle prese con delle serie difficoltà finanziarie.

In molti, inoltre, temono di dover fare i conti con alcuni debiti pregressi con il Fisco e pertanto di ricevere le tanto temute cartelle esattoriali. Ebbene, proprio soffermandosi su quest’ultime, interesserà sapere che in determinati casi è possibile opporsi. Ma come fare e soprattutto come comportarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Cartella esattoriale, opporsi è possibile: tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo già avuto modo di vedere che difendersi dalle cartelle esattoriali è possibile. Ebbene, proprio soffermandosi su quest’ultime, in effetti, sono in molti a chiedersi come fare per opporsi. Purtroppo, d’altronde, può capitare a tutti di ritrovarsi a dover fare i conti con le tanto temute cartelle esattoriali.

Quest’ultime, come risaputo, hanno già forza di titolo esecutivo, con i soggetti coinvolti che devono provvedere ad effettuare il relativo pagamento entro 60 giorni. In caso di mancato pagamento, allora l’Agenzia delle Entrate può procedere con il pignoramento dei beni, senza aver bisogna di alcuna udienza in Tribunale.

Proprio per questo motivo, come già detto, interesserà sapere che in determinati casi è possibile difendersi dalle cartelle esattoriali, ma come fare? Ebbene, come è facile intuire, è necessario impugnare la cartella esattoriale dinanzi al giudice entro 60 giorni dalla sua notifica. Trascorso questo lasso di tempo la cartella diventa definitiva e per questo non può più essere contestata, anche se risulta essere illegittima.

Se la cartella esattoriale viene ritirata presso un ufficio postale o al Comune, allora il termine decorre dal giorno del ritiro. Se il ritiro avviene oltre 10 giorni dal rilascio dell’avviso di giacenza, invece, il termine decorrere a partire dall’undicesimo giorno.

Cartella esattoriale, occhio al ricorso: qual è il giudice di competenza

Al fine di poter procedere con il ricorso, inoltre, è necessario individuare il giudice competente. Entrando nei dettagli, come riporta La Legge per Tutti, è bene sapere che se la cartella in questione riguarda il mancato pagamento di imposte, come Imu, Tari, Iva, eccetera, allora è necessario far riferimento alla Commissione Tributaria Provinciale.

Se riguarda multe stradali, sanzioni amministrative o il canone dell’acqua domestica, allora bisogna rivolgersi al Giudice di Pace. Se, invece, riguarda il mancato pagamento di contributi, allora bisogna rivolgersi al Tribunale ordinario, sezione lavoro.

Il consiglio, comunque, è sempre quello di rivolgersi ad un professionista del settore, come un avvocato, in modo tale da evitare di commettere errori. Se l’importo è inferiore a 1.100 euro e si tratta di un ricorso da presentare al Giudice di Pace, comunque, è possibile auto difendersi. Stesso discorso se si tratta di un ricorso da presentare alla Commissione Tributaria per cartelle esattoriali con importo inferiore a 3 mila euro.

Cartella esattoriale, l’importanza di chiedere la sospensione dell’esecutività

A proposito di importi, inoltre, se la cartella esattoriale è inferiore a 20 mila euro, allora bisogna prima fare una mediazione tributaria, per poi fare ricorso alla Commissione Tributaria.

In parole povere bisogna notificare il ricordo introduttivo all’ente creditore. Quest’ultimo ha così 90 giorni di tempo per decidere se annullare la cartella oppure fare ad esempio una proposta. In assenza di risposta, allora il soggetto interessato può andare avanti con la procedura di ricorso.

A questo punto bisogna attendere l’udienza e il risultato finale di quest’ultimo. Onde evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti, inoltre, si invita a richiedere in modo esplicito la “sospensione dell’esecutività della cartelle” quando si presenta la richiesta di ricorso. Questo in modo tale da evitare che l’ente creditore prosegua con il pignoramento dei beni.

Published by
Veronica Caliandro