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Attualità

Pasta, costi sempre più alti: quanto costerà un 1 kg di spaghetti a breve

L’aumento del prezzo della pasta è frutto di diversi fattori tra cui i costi di produzione. Vediamo qual è il trend in questo momento e quali sono le prospettive per i prossimi mesi

Molti produttori per evitare fughe di clienti stanno vendendo in perdita, ma questa situazione non può durare ancora a lungo.

Fonte Adobe Stock

L’andamento del mercato della pasta è ormai sempre più preoccupante e per il futuro prossimo le prospettive non sono di certo incoraggianti. I continui aumenti delle materie prime dovute agli scompensi climatici stanno generando una vera e propria crisi per quanto concerne uno dei prodotti più amati nel Bel Paese. 

D’altronde i dati Istat parlano chiaro. L’inflazione dei generi alimentari rilevata a febbraio seppur più bassa rispetto altri settori è comunque alta e si attesta a +3,8%. Questo però non ha portato in molti casi all’aumento dei prezzi di alcuni generi come appunto la pasta.

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Molte società produttrici e confezionatrici hanno ridotto i margini o stanno addirittura vendendo in perdita. Un anno fa produrre 1 kg di spaghetti comportava per loro un costo di 1 euro, oggi invece circa 1,50 euro. I rivenditori in molti casi lo propongono al pubblico ad un prezzo di 1,40 euro. 

Basti pensare che il frumento è passato da 300 a 600 euro la tonnellata in virtù degli scarsi raccolti in Canada (uno dei principali paesi da cui l’Italia esporta il grano). I costi per i vari tipi di confezionamento sono cresciuti di oltre il 30%. Ma la nota più dolente riguarda gas ed elettricità che sono schizzati ad oltre il 300%.

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Senza dimenticare le promozioni con sconti fino al 50% sul prezzo al bancone. In questi casi chi produce la pasta ci rimette circa 60-70 centesimi al chilo. Al momento si salvano coloro che operano nel segmento delle paste speciali e Igp.

A lungo andare però bisognerà necessariamente aumentare i prezzi della pasta. Ciò significa che nel giro di poco tempo i consumatori vedranno affissi dei cartellini con indicazioni decisamente più onerose rispetto a quanto accade adesso.

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Antonio Pilato