Attenzione al canone Rai, possibile aumento in vista? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Ormai presente in quasi tutte le case, la televisione è indubbiamente uno dei mezzi di comunicazione più utilizzati e diffusi.
A partire dalle notizie di attualità fino ad arrivare ai programmi di intrattenimento, passando per quelli sportivi, sono davvero molteplici le cose da poter vedere in tv. A tal fine, come risaputo, bisogna necessariamente provvedere al pagamento del canone Rai.
Una spesa che finisce, inevitabilmente, per incidere sul bilancio famigliare. Proprio per questo motivo non possono passare inosservate le recenti indiscrezioni in merito ad un possibile aumento del canone Rai. Ma per quale motivo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa sta succedendo.
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In attesa di vedere se il pagamento del canone Rai verrà esteso a tutti i dispositivi elettronici, quali smartphone, tablet e pc, continua a farsi largo l’ipotesi di un possibile aumento del canone Rai. Quest’ultimo, ricordiamo, viene addebito a partire dal 2016 direttamente in bolletta, al fine di evitare che i furbetti potessero continuare a non pagarlo.
Proprio grazie a questa misura il costo del canone è sceso da 113 agli attuali 90 euro. Negli ultimi tempi, però, si sta facendo sempre più largo l’ipotesi di un possibile aumento del canone. Questo in quanto sarebbe troppo basso rispetto agli obblighi e alle attività che la TV di stato è tenuta a svolgere.
Dei 90 euro di canone Rai, è bene ricordare, una percentuale viene trattenuta dallo Stato. Per questo non si esclude la possibilità che tale importo possa essere aumentato. Come dichiarato dall’ad Rai Fuortes nel corso dell’audizione in commissione Lavori Pubblici al Senato di qualche settimana fa:
“Il finanziamento del servizio pubblico nell’ammontare appropriato, è quindi un prerequisito indispensabile, deve essere cioè tale da non porre la società in una condizione di “minorità”, tale da impedire di rispettare l’essenziale principio di indipendenza che costituisce la qualità che connota la costituzione dei servizi pubblici e la loro capacità di agire“. Per poi aggiungere: “è indubbio che il finanziamento debba essere commisurato e adeguato agli obblighi assegnati, stabile e trasparente“.
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Sempre a proposito del canone Rai, come riportato da Adnkronos, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes ha sottolineato che “non ho mai chiesto di aumentarlo in alcuna sede di un solo euro, nonostante quello italiano sia il più basso dell’Unione Europea“.
Ma non solo, ha precisato che la Rai non intende “gravare maggiormente sui cittadini che pagano 90 euro all’anno, pari a circa 25 centesimi al giorno. Di questi 90 euro, solo 77 arrivano alla Rai. Certamente l’azienda avrebbe meno problemi se potesse ricevere l’intero ammontare o quasi della somma che pagano gli utenti“.