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Multe o tasse non pagate? Potresti non dover pagare più: occhio alle date

Esistono dei debiti che cadono in prescrizione? E dopo quanto tempo? Vediamo se multe o tasse rientrano in questa possibilità.

Foto © AdobeStock

Quando arriva una raccomandata da firmare, non sono in pochi a “tremare”. Nove volte su dieci, infatti, si tratta di una multa o di un avviso. Per esempio quello dell’Agenzia delle Entrate, che intima di provvedere al pagamento di un qualche tipo di onere il bollo auto scaduto, la maggiorazione di una contravvenzione al Codice della Strada, un ricalcolo delle tasse o altri tipi di debiti. Dover dare dei soldi a qualcuno, insomma, è sempre motivo di ansia, e purtroppo ai controlli non si sfugge. Ma ci sono dei casi in cui i debiti vanno in prescrizione. E si è liberi dalle “catene”. Andiamo a scoprire quando può succedere.

Troppi debiti? Ci sono diversi modi per affrontare questa situazione

Trovarsi in difficoltà economiche può capitare a chiunque. Certo, onorare i debiti è sempre un obiettivo da dover raggiungere, per onestà e rispetto. In caso di effettiva difficoltà, però, esistono dei modi in cui uscirne senza dissanguarsi, o peggio, senza “perdere tutto”.  Innanzitutto, bisogna distinguere i vari tipi di debito: c’è chi li ha col negoziante sotto casa, chi con una figura professionale (avvocato, commercialista eccetera), chi con la Banca e chi con lo Stato e/o la temutissima Agenzia delle Entrate. Purtroppo da Equitalia non ci si salva. I debiti maturati, infatti, possono essere “negoziati” solamente in rare occasioni. Invece se si hanno debiti con un Istituto Bancario o con un professionista si potrà tentare di mettersi d’accordo e pagare il debito a rate. Se si possiede uno stipendio e un contratto di lavoro a lungo termine, si potrà accedere anche alla formula della Cessione del Quinto, che tra le altre cose è meno costosa che richiedere un prestito.

Le Leggi  3/2012 o 155/2017

Ci sono delle Leggi a cui poter appellarsi in caso di effettiva difficoltà a pagare i debiti. La Legge 3 del 2012 è anche conosciuta come “salva suicidi” o la legge contro il “sovraindebitamento”. Fu una delle prime a contemplare la possibilità che anche i privati cittadini potessero essere tutelati e aiutati ad uscire da una situazione debitoria molto grave; si trattava, e si tratta in sostanza di poter concordare coi creditori un più flessibile dilazionamento dei pagamenti, in modo da permettere il soddisfacimento delle esigenze di tutti gli attori coinvolti.

Cosa dice la Legge 3/2012

Nel testo si chiarisce infatti che: Il debitore in stato di sovraindebitamento puo’ proporre ai creditori, con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi di cui all’articolo 15 con sede nel circondario del tribunale competente ai sensi dell’articolo 9, comma 1, un accordo di ristrutturazione dei debiti sulla base di un piano che assicuri il regolare pagamento dei creditori estranei all’accordo stesso, compreso l’integrale pagamento dei titolari di crediti privilegiati ai quali gli stessi non abbiano rinunciato, anche parzialmente, salvo quanto previsto dall’articolo 8, comma 4. Il piano prevede le scadenze e le modalità di pagamento dei creditori, anche se suddivisi in classi, le eventuali garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti, le modalità per l’eventuale liquidazione dei beni. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 13, comma 1, il piano può anche prevedere l’affidamento del patrimonio del debitore ad un fiduciario per la liquidazione, la custodia e la distribuzione del ricavato ai creditori.”

Cosa dice la legge 155/2017

La Legge 155 del 2017, però, aggiorna e quasi sostituisce quella del 2012, contemplando una più ampia platea di soggetti che vi si possono appellare: divorziati, piccole imprese, start-up e cittadini con comprovati problemi familiari e/o economici. Naturalmente nessuno “regala” niente, ma nei casi più eclatanti si può riuscire ad ottenere anche lo sdebitamento completo. Vale la pena, dunque, consultare un professionista e provare a cancellare il debito. In ogni caso, i vantaggi di poter accedere a questa procedura risiedono nel fatto che vengono bloccati i pignoramenti o il fermo amministrativo dell’auto, e persino la messa all’asta della casa.

Tasse e prescrizione

Un’altro modo per sperare di non dover più pagare i debiti è… controllare la data di scadenza. Non è proprio come quella stampata sui prodotti alimentari ovviamente, ma ci sono alcuni casi in cui dopo un certo periodo di tempo il creditore non può più pretendere i soldi. L’Ordinamento italiano, infatti, prevede la prescrizione per diverse cose, tra cui anche i debiti: per definizione, infatti, “Un debito caduto in prescrizione è dichiarato estinto, a prescindere dal fatto che il creditore abbia o meno ricevuto indietro il denaro.” Sempre secondo la legge italiana, “il tempo di prescrizione cambia a seconda del tipo di debito, a decorrere dal giorno successivo a quello usato dal creditore per esercitare il diritto ad essere rimborsato.”

Scendendo nel dettaglio, vediamo ad esempio che la Prescrizione dei debiti arriva dopo 5 anni per l’affitto e le spese condominiali, le tasse, le bollette telefoniche, le multe, le indennità per cessazione del rapporto di lavoro, ma anche i costi assicurativi e gli interessi per prestiti/mutui. Dopo 3 anni si può non pagare più: la parcella dell’avvocato (commercialista, professionisti in genere) e il bollo auto. Dopo 2 anni è possibile non dover più pagare le utenze domestiche. Infine, dopo solamente 1 anno si può evitare di pagare l’abbonamento a fornitori di servizi e alcune spese come la retta scolastica dei figli.

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Quando iniziare a calcolare il tempo per non pagare le tasse

Attenzione alle date, però. Il calcolo del tempo non comincia dal giorno dell’emissione della multa e/o richiesta di pagamento, ma dal giorno in cui si è ricevuto l’ultimo avviso di pagamento, bonario o sollecitativo. Chi continua a inviare raccomandate, dunque, potrà far diventare questi anni molto lunghi. Ma chissà, magari qualcun altro si dimentica e dopo un po’ non potrà più chiedere i soldi.

Published by
Marco Caccia