Buone notizie per molti lavoratori che possono uscire anticipatamente dal lavoro con 15 anni di contributi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Bollette, vestiti, cibo e tanto altro ancora. Diverse sono le spese che puntualmente ci ritroviamo a dover sostenere e che finiscono, inevitabilmente, per avere un impatto negativo sulle nostre tasche. Proprio per questo motivo a rivestire un ruolo importante sono il lavoro prima e la pensione poi, in quanto ci consentono di attingere a quella fonte di reddito necessaria per riuscire a pagare i vari beni e servizi di nostro interesse.
Soffermandosi sul trattamento pensionistico, come noto, per poter accedere a tale misura bisogna essere in possesso di determinati requisiti, sia dal punto di vista anagrafico che dei contributi maturati nel corso della propria carriera lavorativa. Ebbene, a proposito di quest’ultimi interesserà sapere che, in determinati casi, è possibile uscire anticipatamente dal lavoro con 15 anni di contributi. Ma chi ne ha diritto? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Per accedere al trattamento pensionistico, come già detto, bisogna essere in possesso di determinati requisiti sia dal punto di vista anagrafico che contributivo. Proprio per questo motivo non crea stupore il fatto che in molti siano in attesa di scoprire quali novità porterà con sé la prossima riforma delle pensioni, per quanto concerne i requisiti necessari per poter andare, appunto, in pensione.
Soffermandosi su questo trattamento, ricordiamo che in base alla normativa in vigore, per accedere alla pensione di vecchiaia bisogna avere almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi. In alcuni casi, però, purché in possesso di determinati requisiti, è possibile andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni di età.
In particolare bisogna sapere che vi sono alcune circostanze in cui l’Inps abbuona gratuitamente 5 anni di contributi, consentendo ad alcuni lavoratori di andare in pensione con 15 anni di contributi, anziché 20. Ma chi ne ha diritto e sopratutto in quali circostanze ciò è possibile? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Con il trascorrere del tempo può capitare di dover fare i conti con situazioni che rendono difficile svolgere la propria attività lavorativa. Proprio in tale ambito, pertanto, è bene sapere che è possibile usufruire in determinati casi di alcune importante agevolazioni previdenziali, che si rivelano essere utili ai fini pensionistici.
In particolare, come già detto, in determinate circostanze è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi. Questo è possibile in quanto l’Istituto di previdenza provvede ad abbuonare gratuitamente cinque anni di contributi. Ma in quali casi si ha diritto a questa agevolazione?
Ebbene, bisogna sapere che i lavoratori con un‘invalidità certificata pari ad almeno l’80% hanno diritto ad accedere al trattamento pensionistico con qualche anno in anticipo, grazie alla pensione anticipata agevolata, così come previsto dal D. Lgs. n. 503/1992, meglio conosciuto come decreto Amato.
Entrando nei dettagli, gli uomini con grave invalidità possono andare in pensione all’età di 61 anni, mentre le donne all’età di 56 anni, se in possesso di almeno 20 anni di contributi. In caso di soggetti non vedenti, l’età minima è pari a 56 anni per gli uomini e 51 anni per le lavoratrici.
Ma non solo, come già detto, in determinati casi è possibile ottenere un abbuono di 5 anni di contributi. Questo è possibile nel caso in cui i soggetti interessati rientrino in una delle tre deroghe Amato. In particolare, fermo restando i requisiti anagrafici poc’anzi citati, è possibile accedere anticipatamente al trattamento pensionistico nei seguenti casi:
Uscire anticipatamente dal lavoro con 15 anni di contributi, quindi, è possibile, purché i soggetti interessati rientrino in una delle tre deroghe previste dalla Legge Amato.