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Attualità

Occhio a questa truffa: per svuotarci il conto usano il cognome

Attenzione massima ai rapporti virtuali. I cybercriminali hanno messo a punto una truffa tanto crudele quanto efficace. E dagli effetti devastanti.

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E’ vero che in un mondo dominato dall’interazione social ci si sente più vicini. Ma è vero pure che, paradossalmente, ci si potrebbe sentire anche più soli. Ecco perché molte persone cercano di intessere le loro relazioni sul web, molto spesso affidandosi a dei veri e propri rapporti virtuali, senza rendersi perfettamente conto (per gli stati emotivi che si provano o per altre ragioni) di quanto possa in effetti essere rischioso. Non solo per la mancata contezza reale di chi effettivamente ci sia dall’altro lato del cavo, ma anche per la possibilità di incappare in qualcuno per nulla interessato al rapporto umano.

Anzi, fin troppe volte accade che gli scambi di questo tipo siano veicolo di pratiche illecite. Una truffa piuttosto popolare, ad esempio, consiste proprio nell’adescare le potenziali vittime su chat o luoghi di scambio, con l’obiettivo di conquistarne la fiducia in misura tale da estorcere dati sensibili. E, quindi, tentare di accedere al loro denaro. Perché l’obiettivo dei cybercriminali, in fondo, è sempre lo stesso: sfruttare i mezzi della rete per trarne vantaggio. In termini ricattatori o truffaldini.

La truffa del cognome: come difendersi

Chiaramente, in casi come quelli di cui abbiamo parlato, a essere in pericolo non sono solo i soldi ma anche lo stato d’animo di chi cade in tranelli simili. La disillusione, infatti, potrebbe essere persino più scioccante della truffa in sé. Capire di aver aperto sé stessi a qualcuno non meritevole di fiducia sarebbe già di per sé una punizione moralmente pesantissima. Ecco perché bisogna prestare massima attenzione nel momento in cui si conosce qualcuno sul web. A parte il rischio di incappare in identità fasulle, anche determinate richieste dovrebbe indurre a sospettare qualcosa. I criminali della rete, infatti, potrebbero arrivare a richiedere dati sensibili, come password o codici, per ragioni apparentemente innocue.

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Inutile dire che, in questi casi, dall’altra parte non ci sarebbe nessun interesse a una vera e propria relazione. A volte, addirittura, basta fornire il proprio cognome per far sì che i nostri soldi (quelli gestibili dai nostri sistemi home banking) finiscano in grave pericolo. Questo perché il nostro cognome (qualora ci si trovi su una piattaforma che non lo richiede, quindi potenzialmente meno sicura) consentirebbe a una mano esperta di risalire all’identità reale. Attenzione a come ci si muove quindi. L’antidoto alla truffa è innanzitutto nella sagacia e nell’informazione. Quella reale e affidabile naturalmente.

Published by
Damiano Mattana