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Salmone affumicato, una portata del menu natalizio: attenzione a cosa mettiamo in tavola

Le analisi effettuate su campioni di salmone affumicato hanno prodotto risultati inquietanti. Scopriamo quali sono le verità sulle venti marche dalla qualità inaspettata (in negativo).

Pixabay

L’attenzione verso il cibo che serviamo in tavola e, dunque, assumiamo deve restare sempre alta. Oltre agli avvisi che spesso il Ministero della Salute comunica in relazione ai ritiri alimentari causati dalla presenza di ossido di etilene, salmonella, rischi microbiologici o simili, occorre conoscere i risultati delle indagini che le aziende conducono su determinati prodotti. La rivista tedesca Oko-Test, per esempio, ha pubblicato le conclusioni di un test su campioni di salmone. Parliamo di un pesce molto utilizzato durante le festività natalizie, servito come antipasto, primo o secondo. Cosa potremmo mettere in tavola?

I risultati dei test sul salmone affumicato

Le brutte notizie sul salmone affumicato arrivano non solo in relazione alla qualità dei prodotti presenti sul mercato ma anche sui metodi di produzione e sulle modalità con cui vengono trattati i pesci. Risultati per niente incoraggianti che non riguardano solamente il mercato tedesco ma anche quello di altri paesi, Italia compresa.

I test condotti da Oko-Test hanno interessato venti marchi. Cinque di questi utilizzano salmone allo stato brado e i restanti quindici salmone di allevamento. In tanti casi è stata rilevata la presenza di mercurio, piombo, cadmio in quantità eccessive per essere considerato un prodotto di qualità. La salute dei consumatori è a rischio e tutti devono esserne a conoscenza. I risultati hanno riportato, poi, la presenza di germi, pesticidi e tracce di medicinali di tipo veterinario. Un’assunzione regolare causa problematiche importanti tali da non fare considerare i prodotti neanche prossimi alla sufficienza.

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Qual è il pesce incriminato

I salmoni affumicati da allevamento sotto esame provenivano dalla Norvegia, dal mar del Nord, dalla Scozia e dall’Irlanda. Il pesce allo stato brado, invece, era di provenienza dell‘Alaska. Zone di differente produzione, dunque, e in alcuni casi mancavano importanti informazioni sulla provenienza.

Tra i problemi rilevati occorre considerare anche l’alimentazione del pescato e le modalità di produzione. Il salmone viene nutrito con resti di altri pesci. In più, invece che stordire l’animale come la Legge prevede vengono messe in atto azioni crudeli e dolorose per i pesci. Attenzione, dunque, ai prodotti che si acquistano per evitare di incorrere in brutte sorprese.

Published by
Valentina Trogu