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Bonus e indennità

Revoca dell’assegno ordinario di invalidità, rischio altissimo: in quali casi

L’assegno ordinario di invalidità può essere revocato e non rinnovato in alcuni specifici casi. Vediamo quali sono.

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Poche cose sono “per sempre” e l’assegno ordinario di invalidità non rientra tra queste. I lavoratori che hanno avuto accesso alla misura in seguito alla certificazione della perdita delle capacità lavorative maggiore a due terzi possono rischiare la revoca dell’agevolazione. La decisione finale spetta all’INPS, l’ente erogatore dell’assegno, dopo aver predisposto una visita di controllo per revisionare l’assegnazione della misura stessa.

Quando è possibile la revoca dell’assegno ordinario di invalidità

L’erogazione dell’assegno ordinario di invalidità prevede che il percettore debba sottoporsi ad un controllo ogni tre anni. L’INPS, però, ha la facoltà di poter richiede una revisione della situazione prima che finisca tale lasso temporale. L’ente, infatti, può predisporre la cosiddetta visita di revisione in qualunque momento. I risultati degli accertamenti saranno fondamentali per capire se l’assegno dovrà essere erogato ancora oppure no. Eventuali miglioramenti del percettore potrebbero convincere l’ente a revocare la misura. Dal mese successivo all’accertamento, dunque, il titolare del trattamento non riceverebbe più gli assegni mensili.

Riassumendo, qualora i requisiti sanitari per accedere all’agevolazione venissero meno per un recupero – anche parziale – delle capacità lavorative, il percettore perderebbe il diritto alla misura. Questo, però, non è l’unico caso in cui l’INPS può revocare l’assegno ordinario di invalidità.

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Attenzione, una dimenticanza può far perdere tutto

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale può procedere con la revoca dell’assegno ordinario di invalidità qualora il beneficiario non si presentasse alla visita di revisione senza giustificare l’assenza con una motivazione valida. Di conseguenza, anche se si teme che i miglioramenti della salute possano far perdere l’assegno, occorre recarsi ugualmente alla visita per evitare che la revoca sia sicura al 100%.

I soggetti che non andranno a visita perderanno momentaneamente l’erogazione della misura a partire dal primo giorno del mese successivo della data della visita mancata. La sospensione durerà fin quando il lavoratore non effettuerà il controllo medico. Nel caso in cui le capacità lavorative risultino recuperate, la sospensione si tramuterà in una vera e propria revoca dell’assegno.

Un’ultima indicazione da conoscere riguarda la possibilità per il lavoratore stesso di chiedere una visita di revisione qualora creda che le proprie condizioni di salute siano peggiorate.

Published by
Valentina Trogu