Unâinfermiera ha avuto delle serie ripercussioni sul lavoro in seguito alla sua decisione di non vaccinarsi. Ripercorriamo la vicenda soffermandoci in particolare sullâepilogo
Negli ultimi mesi sono stati molteplici i casi di lavoratori che si sono rifiutati di sottoporsi al vaccino anti-covid. Tra questi ce nâè uno che può diventare un vero e proprio precedente. Si tratta di unâinfermiera della provincia di Roma che in seguito alla sua opposizione allâimmunizzazione, è stata sollevata dallâincarico.
Lei però non si è data per vinta e ha presentato immediatamente ricorso per poter riottenere il posto di lavoro. A tal proposito si è espresso il giudice di Velletri Giulio Cruciani, che ha preso una decisione che a prescindere dai pareri personali sicuramente farà discutere.
Attraverso un decreto cautelare disposto lo scorso 22 novembre la riammissione al lavoro per la dipendente dellâAsl Roma 6 presso la Centrale Sats di Marino. Inoltre ha ordinato anche lâerogazione dello stipendio.
La motivazione di questa scelta è dettata dalla ârilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignitĂ personale, dignitĂ professionale, ruolo alimentare dello stipendio) aggiungendo che la sospensione dal lavoro può costituire solo lâextrema ratio ed evento eccezionale in unâazienda medio-grandeâ.
In pratica il tribunale con questa ordinanza riafferma il diritto al lavoro a fronte di una sospensione che non può fare riferimento al diritto alla salute. Questo è quanto affermato dal difensore dalla donna David Torriero che ha inoltre aggiunto: âĂ stato il Governo a stabilire che si può accedere ai luoghi lavorativi facendo ricorso al tampone ogni 48 ore. Fin quando è cosĂŹ il drastico provvedimento non ha luogo di esistereâ.Â
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Dunque, una situazione piuttosto ingarbugliata, ma visto lâepilogo probabilmente in tanti faranno leva su questa situazione. Dâaltronde in Italia ci sono ancora circa 7 milioni di persone non vaccinate. Vertenze di questo genere probabilmente si ripresenteranno nei prossimi mesi.
ChissĂ se i nuovi provvedimenti inerenti il Super Green Pass non possano generare ulteriori controversie tra datori di lavoro e dipendenti convinti della decisione di non sottoporsi al vaccino.Â