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Bollette, fra taglio e aumento: chi si salva dalla stangata

Non ci sarà posto per tutti sulla zattera che navigherà il tempestoso mare degli aumenti delle bollette. Gli oneri di sistema saranno tagliati ma… 

Foto © AdobeStock

Lavorare sul costo dell’energia richiede tempo e un ragionamento sul lungo periodo. Ne è convinto Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, interpellato da Il Sole 24 Ore sull’imminente aumento del costo delle utenze domestiche. Una batosta che colpisce come una mannaia sulle tasche degli italiani, messe duramente alla prova dalla pandemia e pronti a entrare in un mese di ottobre che, fra incertezze e rincari, si preannuncia particolarmente difficile. A ogni modo, negli ultimi giorni il Governo ha provato a muoversi in direzione del taglio. Eliminazione degli oneri di sistema e risparmio anziché mazzata.

Tuttavia, forse non è tutto oro quello che luccica. Evitare la stangata, infatti, non sarà così semplice proprio perché un’eventuale revisione del sistema di fatturazione potrebbe richiedere del tempo. L’intervento connesso agli oneri di sistema potrebbe portare dei benefici e il decreto anti-rincaro sulle bollette comunque arriverà. Il problema, è che la batosta sarà evitata solo in parte. Gli aumenti previsti saranno sì azzerati, ma solo per coloro che beneficeranno del bonus energia (circa 3 milioni di persone). Si tratta di nuclei familiari con Isee inferiore a 8.265 euro annui, oppure con 20 mila ma con almeno 4 figli. Fra gli altri beneficiari, i percettori del Reddito di Cittadinanza e coloro che versano in gravi condizioni di salute.

Stangata sulle bollette, si evita in parte: come funziona per gli altri

Gli oneri di sistema, con relative aliquote, verranno azzerate per circa 6 milioni di imprese fra quelle minori, ovvero con utenze in bassa tensione (fino a 16,5 Kw). Per quanto riguarda il gas, il bonus sociale aiuterà circa 2,5 milioni di persone, mentre per gli altri utenti, l’Iva verrà portata al 5% (dall’attuale 10%-22% a seconda del consumo) con oneri di sistema azzerati. Una manovra da 3 miliardi di euro, con 480 milioni usati portare l’Iva al 5% e altri 450 per rafforzare il Bonus. In aiuto, i 700 milioni delle aste sulle quote di emissione di CO2 e i 500 del trasferimento alla cassa per i servizi energetici e ambientali. Un intervento mirato e ingente, a fronte però di aumenti più alti di quelli attesi, compresi fra il 30 e il 40%.

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Peraltro, nei mesi scorsi, 1,2 miliardi erano già stati immessi per compensare la salita dei prezzi del gas. Un’escalation che però non si è fermata e l’impatto si è fatto sentire. Anche perché l’Italia è uno dei Paesi più soggetti al rincaro visto che per il 73% dipende dalle importazioni di energia, soprattutto gas (40% del fabbisogno,33% il petrolio). Almeno per ora, quindi, per la maggior parte dei contribuenti l’aumento appare inevitabile. La strada pare tracciata anche se non ancora del tutto soddisfacente, senza contare che le tariffe energetiche sono destinate a crescere per tutto il 2022. Come spiegato da Assoutenti, “ridurre Iva e oneri di sistema a tempo determinato non significa risolvere il problema delle tariffe dell’energia e i maxi-rincari delle bollette di luce e gas sono solo rimandati”.

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Damiano Mattana