Buone notizie per chi opera nel settore della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici. Anche quest’anno è possibile usufruire del bonus edicole.
Nel corso degli anni sono vari i bonus erogati da parte del governo a sostegno dei contribuenti italiani. Ne sono un chiaro esempio i contributi a fondo perduto erogati a favore delle categorie maggiormente colpite dall’impatto del Covid sull’economia. Ma non solo, tra le misure adottate e particolarmente apprezzate si annovera anche il cosiddetto bonus edicole.
Quest’ultimo, infatti, è stato riconfermato per l’anno 2021 e 2022 grazie all’ultima legge di Bilancio, portando con sé delle novità. In particolare, ricordiamo, offre la possibilità ai soggetti interessati di beneficiare di un credito d’imposta fino a 4 mila euro per le spese sostenute nel corso del 2020. Ma come funziona e chi ne ha diritto? Entriamo nei dettagli e scopriamolo assieme.
C’è tempo fino al prossimo 30 settembre per presentare domanda per il cosiddetto bonus edicole. Quest’ultimo, come già detto, offre la possibilità di usufruire di un credito d’imposta fino a 4 mila euro per le spese sostenute nel corso del 2020. In particolare possono farne richiesta coloro che lavorano nell’ambito della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici. Ma non solo, ne hanno diritto anche le attività di distribuzione della stampa che riforniscono giornali e periodici a edicole e rivendite in comuni con una popolazione inferiore a 5 mila abitanti o con un solo punto vendita.
Come si evince dal sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, inoltre, bisogna sapere che la richiesta di accesso al bonus deve essere effettuata attraverso la procedura online disponibile sul portale impresainungiorno.gov.it. Una volta autenticati, tramite SPID, CIE o CNS, bisogna compilare il relativo modulo, disponibile al seguente percorso:
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Una volta visto in cosa consiste il bonus e come farne richiesta, sorge spontanea una domanda: quali sono le spese ammissibili? Ebbene, tra queste si annoverano: Imu, Tari, Tasi, affitto dei locali e canone per l’occupazione del suolo pubblico. Ma non solo, tra gli altri anche servizi di fornitura di energia elettrica e telefonia, acquisto o noleggio di registratori di cassa, registratori telematici e POS, servizi di consegna a domicilio di giornali, riviste o periodici.