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Lavoro e pensioni

Pensione, gigantesco buco nero per il futuro: come i giovani possono tutelarsi

La pensione complementare è l’unica soluzione che può rassicurare i giovani sul futuro e sull’uscita dal mondo del lavoro. Perché e a cosa serve?

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La questione “pensione” è vista come un gigantesco buco nero per tanti giovani che hanno il timore di essere risucchiati in un vortice che rovinerà loro l’uscita dal mondo del lavoro. Questa nera visione è comprensibile dato che si ipotizza che tra meno di venti anni ci saranno grandi difficoltà nell’erogazione degli assegni pensionistici. Alla sostenibilità complicata si aggiunge la possibilità – quasi una certezza – che l’età prevista per il pensionamento diventerà sempre maggiore.

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Le prospettive future che impensieriscono i giovani

Le incertezze sono legate alla quasi certezza che nel futuro, tra 20 o 30 anni, i requisiti di accesso alla pensione diventeranno sempre più rigidi. I tempi si allungheranno e le cause del ritardo saranno legate alla sostenibilità dei pagamenti che lo Stato Italiano dovrà affrontare e all’aumento delle aspettative di vita.

La prospettiva è che i contributi versati dai lavoratori non saranno sufficienti a coprire tutti gli assegni pensionistici. In questa ottica, urge una rivoluzione nel sistema previdenziale pubblico che contempli altre forme di sostegno come, ad esempio, le pensioni complementari. 

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Conosciamo meglio la pensione complementare

La previdenza complementare è un sostegno fondamentale al sistema pensionistico italiano. Eppure, in Italia non è mai decollata seppur presentata sotto forma di fondi pensione. Sono stati proposti fondi di vario genere, aperti, chiusi, individuali, ma i lavoratori sono rimasti lontani dall’idea di sottoscrivere una qualsiasi tipologia di contratto.

Il periodo attuale potrebbe servire per dare una spinta verso la previdenza complementare dato che il tema della riforma delle pensioni è caldo. Il confronto tra governo e parti sociali è iniziato e si sottolinea sempre di più il pericolo che i giovani possano percepire tra trent’anni una pensione da fame. Questo perché il lavoro è precario e le occupazioni sono discontinue.

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Come funziona la previdenza complementare

La previdenza complementare è facoltativa e non sostituisce quella obbligatoria. Si fonda su un sistema di finanziamento a capitalizzazione secondo il quale ogni iscritto avrà un conto individuale in cui confluiranno i versamenti. Questi, poi, verranno investiti da esperti gestori specializzati all’interno del mercato finanziario in modo tale da ottenere rendimenti. 

Le operazioni sono tutelate dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi pensione per garantire sicurezza e trasparenza. Al momento del pensionamento, l’iscritto alla previdenza complementare potrà ottenere una liquidità aggiuntiva all’importo pensionistico legato ai contributi versati.

Published by
Valentina Trogu