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Fisco e tasse

La giungla delle tasse: il peso fiscale in forma di acronimi

Peso, tregua, pace. La macchina del Fisco, secondo gli esperti, necessità innanzitutto di una riforma. Il sistema delle tasse va ritoccato.

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“Peso fiscale”. Una locuzione che va parecchio di moda di questi tempi. Forse perché, effettivamente, quando si parla di Fisco la mente viaggia immediatamente verso la (lunga) lista delle tassazioni alle quali i cittadini sono posti nel corso dell’anno. Ecco perché si parla di peso. E di tregua, naturalmente, quando il governo decide di alleggerire la gravosità del sistema fiscale dalle spalle dei contribuenti. L’elenco, a ogni modo, come detto è lungo. A prescindere dal periodo che stiamo vivendo, fatto di sgravi e qualche concessione finora nemmeno contemplata.

Dall’Irpef al Canone Rai, dal Bollo Auto a tutti i vari diritti catastali e alle imposte dovute dai professionisti, il piano tasse risulta piuttosto nutrito. L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), ha cercato di disegnarne un panorama per AdnKronos, evidenziando ancora una volta come, fra nomenclatura e burocrazia, non ci si muova in sentieri ma in una vera e propria giungla. Anzi, secondo gli esperti, citati dall’agenzia, “non solo abbiamo una idea di quante tasse gli italiani ogni anno pagano, ma per lavoro occorre anche calcolarle tutte. E vi assicuro che non è un’impresa semplice“.

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Tasse, tutte le componenti del peso fiscale

Si parte comunque da un presupposto, ossia quello dell’utilità delle tasse. Le quali, appunto, sono utili “se i proventi derivanti riescono a tradursi in servizi efficienti per i contribuenti”. Una parola. Considerando il numero corposo di tasse poste per regolare le varie posizioni contributive, il sistema viene considerato quantomeno da snellire. Ad esempio, spiegano da Ungdcec, dovrebbe essere rivista l’imposizione sugli immobili, ossia Imu e Tari (ex Iuc), sostituibile con un’aliquota nazionale, piuttosto che una per ogni singolo comune. Allo stesso modo, apparirebbe fuori contesto l’imposizione diretta totalitaria.

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Un aiuto potrebbe arrivare dal Recovery Plan, con pianificata una riforma fiscale che, in teoria, punterebbe proprio sullo snellimento delle pratiche. Una svolta necessaria, soprattutto in tempi di crisi. L’imposizione diretta, secondo gli esperti, andrebbe totalmente rivista, sia Irpef che Ires. Stesso discorso per le imposte regionali e comunali, dall’Imu alla Tari, fino alle varie addizionali. In sostanza, tasse sì ma attraverso un sistema fiscale in grado di mettere il tutto su un piano di equità. E per far questo, la riforma appare necessaria. Maggiori informazioni si avranno probabilmente alla fine dell’estate.

Published by
Damiano Mattana