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Attualità

Sigarette a 10 euro, per i fumatori accaniti potrebbe non bastare: ecco perché

Una petizione della Fondazione Veronesi avanza la proposta: sigarette a prezzi monstre per sensibilizzare innanzitutto. Sarà efficace?

Foto © Myriams-Fotos

Un vizio per chi guarda da fuori, un piacere irresistibile per chi ne fa uso, pur nella consapevolezza dei loro effetti negativi. Le sigarette restano qualcosa di controverso, un business ma anche un veicolo di problematiche, anche gravi, per chi le usa e ne abusa. Eppure stiamo parlando di un oggetto non certo moderno, composto da un prodotto agricolo come il tabacco, usato dai popoli del continente americano ben prima dello sbarco dei primi colonizzatori europei. Un composto, quello della sigaretta, che può creare dipendenza, portare malattie e, non ultimo, a un’uscita parecchio ingente di denaro per acquistarne un pacchetto.

Il loro commercio è da sempre un argomento controverso, dibattuto fra chi lo sostiene rivendicando l’uso discrezionale del prodotto e chi lo avversa, anche per gli effetti del cosiddetto fumo passivo. Ormai da qualche lustro, ogni pacchetto di sigarette è contrassegnato da un bollino che ne evidenzia gli effetti deleteri sulla salute umana, di chi ne fa uso come di coloro che lo subiscono. Considerando che scoraggiare il vizio del fumo significherebbe tentare di preservare la salute dei fumatori e del loro prossimo, la questione si ripresenta ciclicamente: quale la strada migliore per convincere le persone a non fumare?

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Sigarette a 10 euro? La proposta della Fondazione Veronesi

A sostegno dei detrattori intervengono i numeri: secondo la Fondazione Umberto Veronesi, ogni anno si stimano almeno 8 milioni di decessi a causa del tabagismo, 900 mila dei quali provocati dal fumo passivo. Inoltre, nel nostro Paese, almeno 93 mila persone decedono ogni anno per cause riconducibili al fumo di tabacco, 43 mila delle quali per tumori. I decessi sono peraltro concentrati in una fascia di età giovane, compresa fra i 35 e i 65 anni. Un bilancio che incide anche sulla spesa sanitaria, con costi stimati attorno ai 26 miliardi di euro, fra costi diretti e indiretti. Negli anni, si è cercato di scoraggiare i fumatori apportando aumenti nei prezzi e addirittura delle foto particolarmente eloquenti sui pacchetti.

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Espedienti che, per il momento, non hanno scoraggiato i fumatori accaniti. Potrebbe farlo, forse, un incremento monstre del costo del pacchetto. Una recente proposta, proprio della Fondazione Veronesi, mira a portare l’importo sui 10 euro per ogni pacchetto di sigarette. Una cifra elevata, avanzata nell’ambito di una petizione e con un obiettivo duplice: innanzitutto sensibilizzare sul tema e, di rimando, scoraggiare concretamente all’acquisto dei pacchetti, incentivando i processi di disintossicazione. Alcuni Paesi hanno già provato l’esperimento, con effetti alterni: nel Regno Unito pare aver funzionato ma la (triste) realtà è che la voglia di fumare, troppo spesso, non guarda ai 10 euro. L’effetto potrebbe essere più concreto sui giovani o comunque sulle persone con meno disponibilità economica. Ma, di sicuro, trattandosi di un commercio comunque legalizzato, c’è da scommettere che le proteste arriveranno. L’opera di sensibilizzazione avrà il suo bel da fare.

Published by
Damiano Mattana