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Attualità

Mottarone, la funivia precipitata per… soldi: “Ignorato il guasto”

Emergono elementi agghiaccianti dall’indagine sulla tragedia del Mottarone. I forchettoni ritrovati sarebbero stati inseriti per “aggirare un’anomalia”.

Foto © GettyImages

Una tragedia che il nostro Paese, ancora alle prese con la sofferenza della pandemia, non avrebbe dovuto trovarsi di fronte. Un dramma per le vittime, salite sulla funivia del Mottarone per respirare l’aria dei monti e dimenticare, per un momento, le tante privazioni subite con restrizioni e lockdown. E una nuova ferita sul volto dell’Italia, ancora una volta a interrogarsi sui perché e sui percome, prendendo atto di una nuova catastrofe che attende risposte immediate. E il lavoro degli inquirenti inizia a produrre i suoi primi effetti, facendo emergere dai rottami macchiati di sangue innocente elementi sempre più inquietanti.

Viaggiare su quella cabinovia, fin dalla riapertura del 26 aprile scorso, avrebbe potuto portare al disastro in ogni momento. Secondo quanto emerso dalle indagini, sembra che i freni di emergenza fossero stati disattivati, inserendo un cosiddetto “forchettone”, uno strumento che, a quanto pare, aveva lo scopo di tenere aperte le morse del freno di emergenza e “aggirare” un’anomalia ai freni riscontrata da qualche giorno e che contribuiva a far scattare i sistemi di sicurezza. Una scelta folle ma che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere alla base della tragedia costata la vita a 14 persone.

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Mottarone, la funivia precipitata per… soldi: le parole del procuratore

Non è ancora chiaro per quale ragione il cavo di trazione si sia tranciato. Diventa sempre più chiara, però, la dinamica dell’incidente: spezzato l’unico sostegno, la funivia ha preso velocità, ripercorrendo il percorso all’indietro di 300 metri a oltre 100 chilometri orari. Abbastanza per sganciarla dalla fune e farla piombare a terra, 50 metri più sotto, nel bel mezzo delle rocce e della pineta che popolano quel costone del Mottarone. Un disastro che ha spazzato via intere famiglie, ucciso bambini piccolissimi e lasciato un unico superstite: un bimbo di soli 5 anni, salvato probabilmente dall’ultimo abbraccio di suo padre. L’uomo, come sua moglie, il figlio più piccolo e i suoi bisnonni, ha perso la vita.

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In mattinata, la serie di interrogatori andata avanti per 12 ore ha prodotto i fermi dei primi tre indagati. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose gravissime e rimozione od omissione dolosa di cautele aggravata dal disastro. Si tratta del titolare della Ferrovia del Mottarone, del Direttore del servizio e dipendente della società fornitrice delle cabine e del manutentore del servizio. Sull’elemento dei forchettoni (uno rimasto al suo posto, l’altro ritrovato fra i rottami) si concentreranno i prossimi passi dell’indagine. Per il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, la loro presenza è frutto di u una “scelta deliberata e assolutamente consapevole. Non si è trattata di una omissione occasionale o di una dimenticanza, ma la scelta precisa di disattivare questo sistema di emergenza per ovviare quelli che erano degli inconvenienti tecnici“.

Un quadro agghiacciante poiché, almeno inizialmente, si era pensato a un errore. Aver lasciato lì quella morsa per una distrazione, una fatalità. Secondo gli inquirenti, non sarebbe nulla di tutto questo. “È stata una scelta legata a superare problemi che avrebbero dovuto essere risolti con interventi più decisivi e radicali invece che con telefonate volanti“.

Published by
Damiano Mattana