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Economia e Finanza

Dogecoin, la rendita clamorosa della criptovaluta nata per scherzo

A inizio anno, un tweet di Elon Musk diede vita a un rally forse irripetibile. Oggi, Dogecoin ha raggiunto capitalizzazioni incredibili. Altro che scherzo… 

Foto: Web

E’ volatile il mercato delle criptovalute. Lo abbiamo visto in più circostanze e gli esperti non perdono occasione per ricordarlo a chiunque decida di investire nel settore. Eppure, in una fase storica in cui il sistema della valuta digitale è una realtà estremamente concreta e, sicuramente, parte del futuro della finanza mondiale, c’è anche chi è stato lungimirante. Ovvero, quella fetta di investitori che il suo passo l’ha fatto ben prima che la pandemia arrivasse a dare una spinta a tratti decisiva al settore delle crypto.

In quest’ambito, Bitcoin la fa senz’altro da padrone. Tuttavia, esistono anche criptovalute a orbitare nel sistema e tutte con una potenzialità a livello di rendimento. Il caso Dogecoin era stato eccezionale solo pochi mesi fa. Era bastato un tweet di Elon Musk, infatti, a far balzare incredibilmente le quotazioni della crypto in questione, portandola ai livelli della ben più famosa e utilizzata Bitcoin. Tanto che vale la pena chiederselo: a che punto saremmo, oggi, se avessimo deciso a inizio anno di mettere 1.000 dollari sul Dogecoin?

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Dogecoin, la rendita clamorosa della criptovaluta: quanto avremmo fatto con 1.000 dollari

Domanda lecita. Basti pensare che il social token ha superato quota 0,69 dollari a metà settimana, stabilendosi poi su un comunque positivo 0,62 dollari. Ovvero, un +10.784% year-to-date. Per non parlare dell’aumento percentuale anno su anno: qui siamo nell’ambito eccezionale del +24.704%. Numeri talmente fuori budget che chiamano alla prudenza ma che, al tempo stesso, fanno incredibilmente gola. Tanto da chiedersi se possa bastare un tweet a scatenare una tale deriva di mercato. E pensare che Dogecoin è nata come imitazione di un meme, alla stregua di uno scherzo. Ma qui c’è poco da scherzare: ad aprile 2021 Doge ha raggiunto una capitalizzazione di 50 miliardi di dollari, ovvero la top 5 in fatto di crypto.

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Cosa sarebbe accaduto, quindi, con un investimento di 1.000 dollari a gennaio? I token si attesterebbero a 175.438. Si tratta di un volume di monete digitali che, a metà settimana, con lo scambio a 0,69 sarebbe arrivato a valere perlomeno 121.052 dollari, 108.771 visto il ribasso (e attestazione) a 0,62. No, forse non basta un tweet. La verità è che Dogecoin, come le altre crypto, ha sostanzialmente raggiunto il suo obiettivo di standardizzazione in un mercato di per sé altalenante e tutt’altro che prodigo di standard. Un invito a nozze per chi nella branca delle valute digitali vede il futuro.

Published by
Damiano Mattana