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Lavoro e pensioni

Pensione, tra legge Fornero e quota 102: lo spauracchio di una riforma spiacevole

In seguito all’addio di quota 100, si potrebbe assistere all’introduzione di quota 102. Una possibilità che sembra spaventare in molti. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Quota 102 (Fonte foto: web)

Gli ultimi mesi sono stati segnati dall’impatto del coronavirus che continua, purtroppo, ad avere delle ripercussioni negative sulle nostre esistenze, sia dal punto di vista sociale che economico. Tanti, purtroppo, sono gli imprenditori che hanno dovuto abbassare le saracinesche delle proprie attività, finendo così per registrare un netto calo del fatturato. Sempre più famiglie si ritrovano inoltre a dover fare i conti con una grave crisi economica e per questo non stupisce il fatto che molti sperino di poter andare al più presto in pensione.

A tal fine, come è noto, bisogna essere in possesso di determinati requisiti, sia dal punto di vista anagrafico che contributivo. In tal senso sono in molti ad essere in attesa di scoprire quali saranno le decisioni che verranno prese dal governo, grazie alla riforma delle pensioni, che dovrebbe essere approvata nel corso dei prossimi mesi. Varie le ipotesi in ballo, tra cui quota 102, che sembra, però, destare qualche perplessità. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Pensione, tra legge Fornero e quota 102: i possibili scenari

Foto: Web

Il prossimo 31 dicembre finirà l’era di quota 100 e per questo motivo, chi vorrà andare in pensione, non potrà farlo più a 62 anni, come previsto da tale misura. Dal prossimo anno, infatti, si dovrà attendere il raggiungimento dei 67 anni di età, così come previsto dalla Legge Fornero. Una situazione che desta inevitabilmente interesse, con molti che continuano a sperare in una riforma delle pensioni in grado di contrastare uno scalone di 5 anni.

Varie, in tal senso, sono le ipotesi in ballo, come ad esempio quota 102. Quest’ultima, nel caso in cui dovesse essere approvata, consentirebbe di andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Una misura che sembra destare qualche perplessità, per via delle sue caratteristiche. Come ossatura, infatti, manterrebbe quella della Legge Fornero. In base a quest’ultima, ricordiamo, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni.

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Se invece si desidera optare per quella anticipata, bisogna avere un’anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. A livello strutturale, quindi, non si assisterebbe ad una vera e propria riforma.  Al momento, sottolineiamo, si tratta solamente di ipotesi. Non resta che attendere le prossime mosse del governo per capire quali novità verranno, eventualmente, introdotte al sistema pensionistico nostrano.

Published by
Veronica Caliandro