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Attualità

Covid, il conto è già salato: ci rimettono le buste paga

La pandemia impatta sul lavoro: le buste paga vanno in crisi soprattutto in Italia, la peggiore fra le economie europee maggiori.

Foto di Niek Verlaan da Pixabay

Prima o poi verrà il tempo di fare i conti. Al momento se ne fanno di approssimativi, precisi quel tanto che basta per disporre le misure emergenziali di sostegno alla popolazione. Per il resto, arriverà il giorno per portare al tavolo la nota finale, con la sicura prospettiva che sarà una fattura a parecchi zeri. Nel frattempo si stima dove la pandemia ha colpito con più forza, individuando senza fatica la categoria dei lavoratori, praticamente di ogni settore. Almeno tutti quelli che l’emergenza sanitaria ha costretto a fermarsi per periodi più o meno lunghi. Schiere di autonomi ma anche le imprese, grandi e piccole, con un contraccolpo non indifferente su coloro che rientrano nella categoria dei dipendenti.

Migliaia e migliaia di buste paga ridotte. Questo è stato uno dei colpi di martello più violenti. Lo dicono i numeri: 39,2 miliardi di euro in meno, ovvero una flessione del 7,5% rispetto al 2019. Dati riferiti dall’Eurostat (l’istituto di statistica europeo), che mette nero su bianco un’ulteriore ferita sul volto del nostro Paese, devastato nel corpo e anche nello spirito dagli strascichi pandemici. Un colpo di frusta che ha colpito la fonte di sostentamento primaria, quella degli stipendi, calati a picco nell’ultimo anno e mezzo. Un effetto prevedibile viste le frenate, ma dalle conseguenze destinate a durare nel tempo.

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Covid, il conto è già salato: il caso buste paga

Per il momento, l’Eurostat parla di un monte stipendi sceso da 525,7 miliardi di euro del 2019 agli attuali 486,4. Numeri che accomunano altri Paesi europei ma solo in parte. Nessuna delle maggiori economie comunitarie, infatti, si è trovata di fronte a scudisciate simili: per la Francia il calo è stato di 32 miliardi (3,4%), di appena 13 per la Germania. Il calo medio, per quanto riguarda l’Unione europea, è dell’1,9%. Frutto di una flessione generalizzata, fatta eccezione per casi come quello dei Paesi Bassi, dove si è registrato un aumento medio. Una mosca bianca in un contesto di sofferenza comune.

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Ancora una volta, ad andare a braccetto con l’Italia è la Spagna, giù di 28 miliardi per quanto riguarda gli stipendi. Un calo inferiore a quello italiano (6,44%) ma anche un’economia più sofferente in tempi pre-pandemici. A riprova di questo, il dato relativo all’occupazione: se in Italia sono stati persi complessivamente 464 mila posti di lavoro, nel Paese iberico si parla di quasi 600 mila. Tempi di magra che non sono una novità, né in Italia né in Spagna. Il messaggio è abbastanza chiaro: le buste paga, in momenti di crisi, ci rimettono per prime.

Published by
Damiano Mattana