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Bonus e indennità

Assegno di mantenimento, cosa può succedere con il covid

L’assegno di mantenimento è un aiuto sostanziale per le famiglie in difficoltà economica. Ma cosa succede con il covid?

 

L’assegno di mantenimento è un aiuto concreto che il genitore elargisce dopo la separazione dai figli. Ma cosa è successo ora che c’è il covid? La pandemia ha modificato qualcosa nella regolamentazione di questo aiuto?

Il quesito principalmente mira a stabilire se, con questa difficoltà economica che stiamo vivendo a causa della pandemia, vi siano dei cambi di regolamento per genitori che, in situazioni di poca disponibilità, non possano provvedere al mantenimento.

La persona che deve dare il mantenimento però non può semplicemente smettere per problemi economici, ma dovrà presentare dinnanzi ad un giudice la necessità di abbassare o annullare l’assegno.

Assegno di mantenimento, cosa può succedere con il covid, ecco chi ci rimette

Intanto anche altri sussidi si stanno elargendo in questo periodo di profonda crisi economica, ad esempio per i pensionati.

Ovvero, probabilmente pensione in questo caso sarebbe solo la parola, dato che parliamo piuttosto di sussidi.

Si perché effettivamente questi soldi sono dati da modalità non proprio adatte per tutti, certamente non adatte per chi ha lavorato tutta la vita, ma piuttosto per chi non ha mai lavorato o ha svolto sempre lavoretti in nero.

Il primo metodo è l’assegno sociale, come detto non proprio una vera e propria pensione, ma piuttosto un sussidio per chi si ritrovi in profonda difficoltà economica e non sappia come andare avanti.

Stessa cosa per il secondo metodo che sarebbe la cosiddetta pensione di cittadinanza stabilita dalla legge art. 1 del D.L. n. 4/2019. Questa viene elargita a chi si trova al limite o al di sotto della soglia di povertà.

Ci sono dei metodi per anticipare la pensione non rispettando i dettami dell’INPS. Tra questi parliamo del RITA(Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) che consiste nell’erogazione di tutto o parte del montante accumulato sul fondo pensione fino al raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia INPS.

Vi sono due strade da percorrere per due categorie di persone: la prima è l’essere inoccupato per un tempo superiore ai due anni ed aver maturato 10 anni di tempo per richiedere la pensione; la seconda prevede l’aver versato almeno venti anni di contributi ed una pensione non prima dei 5 anni rispetto a quella di vecchiaia.

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Francesco T