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Residenza, il metodo per cambiarla anche senza contratto di affitto

Per spostare la propria residenza in un altro comune è necessario il contratto di affitto di casa o un appartamento di proprietà. Esiste però un’alternativa che permette di aggirare questi cavilli burocratici

Fonte Pixabay

Nel corso della propria esistenza può capitare di dover spostare la propria residenza per motivi lavorativi o semplicemente perché si è scelto di cambiare aria. Di base non è proprio un’operazione semplice e sbrigativa, ma al contempo nemmeno così complicata.

In questi casi è necessario disporre di un contratto di affitto o magari di un immobile di proprietà. Come spesso capita nel sistema legislativo italiano, esiste sempre un modalità alternativa e ovviamente lecita che può consentire di conseguire l’obiettivo.

In parole povere si può cambiare la residenza anche senza apporre in calce la propria firma su un contratto di affitto. Scopriamo come ciò può avvenire e cosa deve fare una persona o una famiglia in queste circostanze.

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Residenza, ecco come è possibile spostarla senza avere un contratto di locazione

Il primo presupposto per il cambio di residenza è il trasferimento presso un’altra abitazione che può trovarsi all’interno dello stesso comune, in uno diverso o anche in uno stato estero. Una volta giunti nella nuova dimora bisogna comunicare all’Ufficio Anagrafe del Comune competente la variazione di residenza entro venti giorni. In caso contrario si va in contro a spiacevoli sanzioni.

Questo è ciò che avviene in caso si abbia un contratto di affitto o la proprietà della casa seguendo quindi la normale prassi. Per poter cambiare la residenza senza disporre di nessun titolo è necessario farsi registrare come ospite o convivente presso l’abitazione. 

Al contempo chi decide di ospitare un amico, un parente o un partner deve tenere in conti dell’aumento dei consumi compresa la tassa sui rifiuti. Trovare un accordo economico in queste situazioni è quanto mai saggio.

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Antonio Pilato