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Fisco e tasse

1° marzo 2021: è arrivata la data tanto temuta dai debitori

Marzo era tanto temuto da almeno 50 milioni di cittadini italiani, sono partite oggi per i debitori, le notifiche delle cartelle esattoriali

Agenzia delle Entrate (Fonte foto: web)

1° marzo 2021: riparte l’invio delle notifiche, delle cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta di almeno cinquanta milioni di atti che grazie ai decreti, venivano prorogati sino ad oggi. Per questi atti, stavolta non è arrivata nessuna proroga e da oggi, non affolleranno più il magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

La proroga del 28 febbraio scorso, riguarda i termini delle rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter. La nuova data di scadenza, ancora non è stata comunicata ed i dettagli prossimi saranno inseriti nel Dl Sostegno, primo provvedimento economico che sarà del governo Draghi.

Provvedimento, che come leggiamo nel comunicato stampa dello stesso MEF, entra in vigore successivamente alla data odierna e: i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto​”.

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Quali novità potrebbero aspettarsi i debitori, dalle cattelle di marzo?

I 50 milioni di atti, non partiranno dal 1° marzo tutti insieme. Secondo le ultime novità, il MEF sarebbe al lavoro per un piano di dilazione dell’invio di tali cartelle spalmato in due anni.

Quindi, notifiche ed atti partiranno man mano, con scadenza tra 24 mesi, con all’interno relativo taglio di sanzioni e interessi. Quali sono i vantaggi della mossa? Principalmente due:

  • Evitare l’arrivo di altre cartelle sui contribuenti ancora in crisi;
  • non ingolfare la macchina del Fisco con richieste di chiarimenti e la presentazione di reclami in un momento in cui gli uffici ancora non sono aperti al pubblico.

Appunto, ulteriori informazioni le avremo con il Dl Sostegno, in aggiunta alle nuove regole per l’erogazione dei contributi a fondo perduto per le partite IVA.

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Vincenzo Capuano