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Economia e Finanza

Istat: calano le vendite al dettaglio, ma cresce l’e-commerce

In crescita le vendite del settore alimentare, calano gli altri settori al dettaglio, calzature in particolare. Bene le vendite online.

Shopping (Fonte foto: web)

Pessime notizie per i venditori, le vendite al dettaglio nell’anno da poco terminato diminuiscono di molto rispetto a novembre 2019. Il valore delle vendite per la grande distribuzione si attesta a – 8,3%. Quello per le imprese operanti su piccole superfici è ancora peggiore, ovvero – 12,5%. Lo rivelano le rilevazioni annuali dell’Istat. Le vendite in generale nei negozi fisici calano del 14,3% mentre il commercio elettronico è in forte aumento, del + 50,2%.

A essere maggiormente colpiti sono i venditori di beni non alimentari che hanno investito sia la grande distribuzione (-25,7%), che le imprese operanti su piccole superfici (-16,9%).

Le stime dell’Istat di novembre 2020 sulle vendite al dettaglio mostrano un calo rispetto al mese di ottobre del 6,9% per il valore e del 7,4% per il volume. Gli unici beni per i quali le vendite sono in crescita sono i beni alimentari che segnano un + 1% a fronte di una diminuzione di circa il 13% per i beni non alimentari.

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Istat: si registrano cali di vendite soprattutto nei settori di calzature, abbigliamento e pellicceria

Quindi in conclusione si acquistano meno articoli e anche la spesa media risulta essere diminuita. Insomma secondo i dati dell’Istat a novembre 2020 la diminuzione delle vendite al dettaglio sono evidenti sia rispetto al mese precedente che su base annua: “è determinato dal comparto dei beni non alimentari, settore fortemente colpito dall’applicazione delle nuove misure di chiusura legate all’emergenza sanitaria”.

Le variazioni in negativo si riscontrano per quasi tutti quasi tutti i prodotti appartenenti alla categoria dei beni non alimentari ad eccezione dei beni informatici, per le telecomunicazioni e la telefonia che invece registrano un +28,7%. Oltre agli utensili per la casa e la ferramenta che registra un +2%.

Le flessioni maggiori si sono registrate nel settore dell’abbigliamento, in particolare le calzature, gli articoli in cuoio, la pellicceria e chiaramente il settore dei viaggi che fa registrare un –45,8%.

Queste stime risentono come dichiarato dall’Istat della pandemia e delle restrizioni, incluse le chiusure dei negozi e il divieto agli spostamenti in alcuni periodi dei mesi presi in esame. Inoltre proprio gli obblighi di restare a casa hanno fatto sì che la popolazione ricorresse maggiormente ai negozi online. Ricevendo così, grazie all’e-commerce, la merce direttamente al proprio domicilio.

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Aurora S