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Fisco e tasse

Patrimoniale, la parola magica per la fuga dei capitali all’estero

Rischi diretti e indiretti della patrimoniale preceduta dalla sua nomea prima ancora che dagli effetti. E, secondo gli esperti, per diverse ragioni non sarebbe una buona mossa.

“Le case non si possono usare per pagare la tassa e accade diffusamente che all’entità della proprietà immobiliare non corrisponda la disponibilità di denaro liquido in proporzione”. Parola di Pietro Ichino, ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Milano, che a ItaliaOggi traccia un quadro dei timori (concreti o presunti) attorno al nodo patrimoniale. Declinato perlopiù al tema della casa ma, in qualche modo, anche alla tenuta del tessuto socio-economico.

Secondo Ichino, la questione è tutta nel termine stesso. “Appena si incomincia anche soltanto a parlare di un prelievo sui patrimoni mobiliari, si può subito essere certi di un effetto negativo: un incentivo alla fuga dei capitali, da un Paese che già soffre di un grave difetto di attrattività per gli investitori”. Variabile preoccupante, anche ragionando nell’ottica del già alto deficit italiano.

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Patrimoniale, la parola magica per la fuga dei capitali all’estero: non solo questione di casa

Sul fronte della fuga dei capitali, il rischio sarebbe duplice. Come spiegato dal docente al sito web, infatti, “ogni milione dei capitali che si allontanano dall’Italia ha un costo immediato. Sia in termini di occupazione, sia in termini di gettito per l’Erario”. Per questo “non è irragionevole temere che il gettito dell’imposta, se essa verrà istituita, non arrivi neppure a coprire il danno prodotto dal solo annuncio della stessa, in termini di fuga dei capitali dal nostro Paese”.

Concetti chiari, che evidenziano le posizioni contrarie alla patrimoniale ma anche una ragione per stare attenti a come si usa il termine. Anche per questo, secondo Ichino, per fronteggiare la crisi economica la possibilità di un ricorso a tale strumento è molto limitata: “I politici sanno bene che un’imposta sui soli ‘grandi patrimoni’ non avrebbe alcun impatto apprezzabile sul debito pubblico. Se invece l’imposta colpisse anche i patrimoni di entità più bassa, sarebbe vissuta dal ceto medio come il comportamento iniquo di uno Stato che copre in questo modo la propria incapacità di correggere i propri difetti”.

Del resto, patrimoniale fa rima anche con paura. Quella di veder sgonfiarsi improvvisamente i conti correnti. Timore destinato a restare tale ma una sorta di pressione psicologica collegata allo strumento in questione. Senza considerare le patrimoniali “travestite”, che non vanno a tassare liquidità sui conti ma gli investimenti immobiliari, come l’Imu seconda casa. Meno evidente ma più concreto.

Published by
Damiano Mattana